30° Anniversario del Programma Erasmus, seduta del 10 luglio 2017
Delibere e odg collegato approvati in Consiglio comunale lunedì 3 luglio 2017
Approvata delibera per contributo straordinario. Seduta di lunedì 26 giugno 2017.
Delibere adottata dal Consiglio comunale, lunedì 19 giugno 2017.
approvata delibera di modifica
Seduta di Consiglio comunale del 5 giugno 2017
Seduta solenne del Consiglio comunale venerdì 16 maggio 2017
Illuminazione in blu e giallo del Palazzo del Podestà, Festa dell'Europa - 9 maggio 2017
Delibera approvata dal Consiglio comunale lunedì 8 maggio 2017.
Unanime adozione di odg dell'Ufficio di Presidenza in Consiglio comunale.
Minuto di silenzio del Consiglio comunale lunedì 10 aprile 2017
Unanime adozione ed immediata esecutività della delibera di Consiglio del 3 aprile 2017
Unanime approvazione in Consiglio comunale lunedì 3 aprile 2017
Ulteriori delibere approvate in Consiglio il 3 aprile 2017
Minuto di silenzio del Consiglio comunale
Delibere approvate lunedì 27 marzo 2017.
Seduta solenne del Consiglio comunale il 24 marzo 2017.
Francesca Puglisi, Consigliera del Gruppo PD, interviene ad inizio seduta
Grazie Presidente.
Faccio questo intervento di commemorazione di Roberto Battelli anche a nome del Consigliere Favia.
Il suo motto su facebook era "mi piego, ma non mi spezzo" invece la lotta collettiva per difendere i diritti dei colleghi delle ex Fonderie Sabiem, sessantuno lavoratori e lavoratrici ormai in mobilità, gli ha spezzato il cuore. Sabato pomeriggio Roberto Battelli, cinquantadue anni, operaio, ha lasciato sua moglie Danila e la giovane figlia Daniela e una dura battaglia per i diritti del lavoro.
Un'indagine epidemiologica dell'A.S.L. di Bologna, condotta dal dottor Vito Totire sui lavoratori Sabiem, l'aveva previsto.
Tutto il mondo sa che l'intercertezza occupazionale è causa o concausa di malessere psicofisico e che questo malessere può sconfinare nella malattia conclamata.
"Quello che abbiamo fotografato - scrive Totire nel suo rapporto - non rappresenta certamente una novità. Gli studi sullo stato di salute dei cassintegrati e dei disoccupati sono numerosissimi e di vecchia data. Tuttavia, anche se di questo si è occupata la medicina, la sociologia, la psicologia, perfino la letteratura e il cinema, c'è la tendenza a dimenticare e rimuovere. Rimuovere disagio e sofferenza che spesso giungono a livelli inaccettabili e indegni per una società civile, per un Paese nato dalla Resistenza e ricco di una Costituzione fondata sul lavoro. L'indagine tra i lavoratori in cassintegrazione delle Fonderie Sabiem aveva rivelato tra i sessantuno operai, uomini e donne, in media quarantotto anni di età, diverse patologie fisiche, ipertensione e problemi cardiovascolari, disturbi del sonno, obesità legata alla maggiore sedentarietà connessa alla cassintegrazione, poliartrite reumatica dovuta forse anche all'esposizione alle polveri di silice, patologie gastroenteriche e tre casi di neoplasie, oltre ovviamente a stati d'ansia, depressione, attacchi di panico".
Lui, operaio orgoglioso e buono, si era caricato sulle spalle una lotta per difendere non solo la fabbrica e il lavoro ma la salute dei cittadini del quartiere Reno. Andava chiedendo alle istituzioni di essere coinvolto, insieme al Comitato di fabbrica, nelle operazioni di bonifica quando lo stabilimento sarà demolito perché gli operai, che sono memoria storica, sanno bene dell'amianto esistente nella struttura e delle polveri di silicio che possono infiltrarsi nel terreno. È per questo che insieme al Consigliere Favia, a Daniele Ara e a Marina Accorsi lo avevamo incontrato.
Era deluso e arrabbiato Roberto perché il Sindacato aveva siglato un accordo interistituzionale senza il consenso degli operai e per questo avevano ritirato le deleghe decidendo di rappresentarsi da soli.
Aveva fondato su facebook il gruppo degli ex lavoratori delle fonderie Sabiem con cui continuava a sensibilizzare in rete l'opinione pubblica e diceva di sé "i miei colleghi mi hanno definito pieno di carisma, trascinatore, lottatore, colui che non si arrende mai. Io sono solo una persona normale, che lotta fino alla fine per i suoi diritti e quelli degli altri, ex RSU di vecchio stampo".
La Sabiem, nata nel 1918, è una storica ditta di Bologna, nata dalla fusione di alcune aziende elettromeccaniche del territorio, produceva ventitre tipologie di macchine, da quelle per fare le sigarette a quelle per trafilare la pasta. Nel 1929 l'attività della Sabiem si concentra sulla produzione di ascensori, diventando fino alla fine degli anni Novanta una delle aziende ascensoristiche italiane di alto livello. Viene comprata dalla finlandese Cona, gli immobili vengono venduti e nasce il marchio Fonderie Sabiem Spa dove nello stesso complesso operano più ditte. Già nel 2002 le cronache sindacali parlano di situazioni lavorative difficili dovute alla forte presenza di lavoratori precari e dall'unione di tante ditte che lavorano nello stesso stabilimento.
Secondo gli operari la Fonderia lavorava molto, aveva molto clienti e si effettuavano lavorazioni di estrema qualità, frutto di una lavorazione manuale sapiente, con decenni di esperienza.
La Fonderia doveva essere delocalizzata in un'area industriale perché negli anni l'urbanizzazione della via Emilia aveva creato seri problemi di convivenza in un territorio in cui ci sono scuole e un ospedale. Invece di trovare un'altra sistemazione per la Fonderia, ammodernandone gli impianti, si è preferita la strada della vendita dell'area. Questo è il tragico epilogo di una delle tante eccellenze industriali italiane che sono andate perdute.
"Arrivati a questo punto la Fonderia è persa - aveva concluso Roberto in uno degli ultimi suoi interventi - ma non ci siamo arresi, anche se alla nostra età nessuno ci darà un lavoro, anche se tirare avanti è diventata una fatica terribile. Gli operai in mobilità dell'ex Fonderie Sabiem continueranno la battaglia per difendere la dignità del lavoro perché i loro diritti non vengano calpestati e perché la saluta pubblica dell'area dello stabilimento venga preservata". Mi scrive Roberto Berardi che di Battelli ha raccolto il testimone ed è qui insieme a una delegazione di lavoratori. "La buona riuscita di questa battaglia la vogliamo soprattutto per lui, lui che è stato il cuore e il motore di questa lotta che sembra senza ritorno. Spesso per curare i propri interessi si macina carne e umana, non considerando che anche se abbiamo lavorato in Fonderia anche noi abbiamo una dignità, dignità che difenderemo fino in fondo".
Chiedo quindi a questo Consiglio di associarsi al minuto di silenzio per le vittime di Messina e anche in memoria di Roberto Battelli.