news
10 Luglio 2017 Sessione europea del Consiglio comunale

30° Anniversario del Programma Erasmus, seduta del 10 luglio 2017

06 Luglio 2017 Parco agroalimentare e Bilancio ambientale preventivo 2017

Delibere e odg collegato approvati in Consiglio comunale lunedì 3 luglio 2017

27 Giugno 2017 Fondazione Teatro Comunale di Bologna

Approvata delibera per contributo straordinario. Seduta di lunedì 26 giugno 2017.

20 Giugno 2017 The Student Hotel e CAAB

Delibere adottata dal Consiglio comunale, lunedì 19 giugno 2017.

13 Giugno 2017 Regolamento di classificazione delle strade del territorio comunale

approvata delibera di modifica

05 Giugno 2017 Minuto di silenzio per i fatti di Londra

Seduta di Consiglio comunale del 5 giugno 2017

29 Maggio 2017 Delibere approvate in Consiglio comunale

Seduta di lunedì 29 maggio 2017

22 Maggio 2017 Delibere approvate in Consiglio comunale

Lunedì 22 maggio 2017

26 Maggio 2017 Trigesimo di Giorgio Guazzaloca

Seduta solenne del Consiglio comunale venerdì 16 maggio 2017

15 Maggio 2017 Delibere approvate in Consiglio comunale

Seduta di lunedì 15 maggio 2017

09 Maggio 2017 Adesione all'iniziativa “M'illumino d'Erasmus”

Illuminazione in blu e giallo del Palazzo del Podestà, Festa dell'Europa - 9 maggio 2017

09 Maggio 2017 Contratto di sindacato dei soci pubblici di Hera dell'area di Bologna

Delibera approvata dal Consiglio comunale lunedì 8 maggio 2017.

08 Maggio 2017 Commercio su aree pubbliche

Delibera approvata in Consiglio comunale

24 Aprile 2017 Delibere approvate in Consiglio comunale

Seduta di lunedì 24 aprile 2017

19 Aprile 2017 Delibere approvate in Consiglio comunale

Seduta di mercoledì 19 aprile 2017.

11 Aprile 2017 Delibere approvate in Consiglio comunale

Seduta di lunedì 10 aprile 2017

11 Aprile 2017 Solidarietà ai lavoratori della ex BredaMenarini e sollecito dell'attuazione di un piano industriale di rilancio dell'azienda

Unanime adozione di odg dell'Ufficio di Presidenza in Consiglio comunale.

10 Aprile 2017 Ricordo delle vittime dei recenti attentati

Minuto di silenzio del Consiglio comunale lunedì 10 aprile 2017

03 Aprile 2017 Vietata la pubblicità di giochi con vincita in denaro vicino alle scuole

Unanime adozione ed immediata esecutività della delibera di Consiglio del 3 aprile 2017

03 Aprile 2017 Archiginnasio d'oro alla memoria di Giorgio Ghezzi

Unanime approvazione in Consiglio comunale lunedì 3 aprile 2017

03 Aprile 2017 Fermata linea 11 e Programma Lavori Pubblici

Ulteriori delibere approvate in Consiglio il 3 aprile 2017

03 Aprile 2017 Ricordo di Arcangelo Caparrini e Davide Fabbri

Minuto di silenzio del Consiglio comunale

23 Marzo 2017 Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie

Seduta solenne del Consiglio comunale il 24 marzo 2017.

16 Marzo 2017 In ricordo di Marco Biagi

Seduta solenne Consiglio comunale il 17 marzo 2017

20 Febbraio 2015

Donne e diritti umani, in vista dell'otto marzo

Consiglio comunale del 20 febbraio 2015

Correlati
25 novembre 2014, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Simona Lembi in apertura del Consiglio straordinario

Risorse per interventi e progetti contro la violenza di genere nel Bilancio 2013

Udienza conoscitiva del 12 giugno 2013

Femminicidio, task force del Governo

Mariaraffaella Ferri, presidente della Commissione Delle Elette, interviene in aula

Conseguenze del nuovo decreto sul femminicidio. Primo caso a Bologna

Simona Lembi, presidente del Consiglio comunale, interviene in Aula

In bilancio le risorse per contrastare la violenza sulle donne

Intervento di Mariaraffaella Ferri sul bilancio 2013

Stalking stop! progetto a tutela delle donne

Il nuovo progetto di tre associazioni a Bologna. Intervento di inizio seduta della consigliera Daniela Turci.

Stupro come arma nei conflitti, è crimine di guerra

La presidente Simona Lembi in Consiglio

Un'altra giovane donna uccisa

Daniela Turci interviene in Consiglio comunale

Il voto delle donne bolognesi compie settanta anni

Mariaraffaella Ferri sull'anniversario del suffragio universale in Italia

Mirella Bartolotti, un'assessora ai problemi delle donne nella Bologna di Dozza

Simona Lembi ne ricorda l'impegno politico per l'emancipazione femminile

Un Bilancio attento alle iniziative a tutela delle donne

Mariaraffaella Ferri interviene sul Centro anti-violenza e presenta un odg

Anche in carcere è otto marzo

Mariaraffaella Ferri sulle iniziative condotte alla Dozza con la Garante dei detenuti e Simona Lembi

Di seguito l'intervento (in versione italiana ed inglese) della Presidente del Consiglio comunale, Simona Lembi, in apertura della seduta solenne dedicata alla Giornata internazionale della donna, il prossimo 8 marzo, celebrata dall'Amministrazione anche con una mostra a Palazzo d'Accursio su donne della nostra epoca impegnate nel campo dei diritti:


"Sig. Sindaco, Signore Consigliere, Signori Consiglieri, autorità civili e militari, cari studenti, care studentesse,

saluto e ringrazio per essere qui con noi la Signora Kerry Kennedy, presidente del Robert F. Kennedy Human Rights, principale relatrice della seduta odierna.

Esistono diversi auspici ricorrenti sull'8 marzo, Giornata internazionale della donna:

il primo è che occorrerebbe celebrarlo con più forza ogni giorno dell'anno. Avendo noi iniziato il 20 di febbraio, possiamo sentirci al riparo da questo primo richiamo!

Il secondo, ben più radicato e insidioso, tende a dire che l'8 marzo è una ricorrenza ormai superata, e quindi inutile perché le questioni che pone, nei fatti, sono già state risolte.
Vale la pena, a questo proposito, ricordare che anche se negli ultimi decenni l'8 marzo ha assunto caratteristiche commerciali che certo non hanno favorito la conoscenza del suo spirito più profondo, quando si celebra, si riconosce quella tradizione politica che ha rivendicato emancipazione nei luoghi del lavoro e diritto di voto per le donne.

Le origini sono ancora controverse, tra gli eventi cui si fa riferimento ci sono le lotte per il lavoro (un lunghissimo sciopero di camiciaie a New York, tra il 1909 e il 1910, un tragico incendio intorno al 1911 in una fabbrica di tessuti in cui persero la vita prevalentemente donne) come pure il suffragismo inglese e le manifestazioni di piazza con gli scioperi della fame per il diritto di voto promosse da Emmeline Pankrhust.

Oggi celebrare l'8 marzo significa ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze di cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo.

Nei luoghi in cui vige la democrazia e la cultura dei diritti umani è diffusa, ogni donna sa di vivere una vita diversa dalle proprie mamme, molto lontana da quella delle proprie nonne e quindi certamente emancipata. Ma se ci facciamo aiutare dalla storia e guardiamo bene le date di queste conquiste e gli effetti delle stesse sulle nostre vite quotidiane, possiamo davvero affermare che la parità sia stata raggiunta?

Possiamo affermare che è stata acquisita per tutte in ogni paese?

Il fatto che diritto di voto, accesso alle risorse economiche, politiche, sociali non esistano per molte donne in intere parti del mondo, rende questa una conquista “a tempo indeterminato” anche sul nostro territorio?

Se infatti voltiamo il capo all'indietro per qualche istante, se fosse possibile rapidamente riavvolgere il nastro della storia, scopriremmo che la maggior parte delle conquiste che diamo per scontate sono recenti.

Cento anni fa, nel nostro paese, per una donna non era possibile iscriversi all'università e non era possibile insegnare.
Cento anni fa le donne non ereditavano e non trasmettevano beni.
Cento anni fa le donne non votavano e non potevano essere candidate.
Cento anni fa il loro, anche se si chiamava lavoro, spesso non era pagato.

Quanti di questi diritti, oggi per noi acquisiti, anche quando non pianamente raggiunti, possono considerarsi diffusi in tutto il mondo?

Legare queste conquiste al più ampio lavoro quotidiano di diffusione dei diritti umani è l'auspicio che vogliamo oggi fare nostro dal Consiglio comunale di Bologna la cui storia più autentica e profonda è, da questo punto di vista, emblematica:
nel nostro gonfalone, alle mie spalle, è scritto LIBERTAS, perché qui, nel 1256 l'Amministrazione comunale emancipa centinaia di persone, uomini e donne, adulti e bambini, li rende LIBERI dalla condizione di servitù, pagandone il prezzo del riscatto.

Qui, più recentemente (una delle medaglie esposte sul gonfalone ne è testimonianza) uomini e donne partecipano attivamente alla lotta di liberazione e alla conquista di libertà e democrazia per il nostro paese.

Qui, quella lotta ha significato successivamente costruire servizi pubblici, a partire da quelli per l'infanzia, perché diventare cittadini fosse una conquista effettiva.

Ma noi non vogliamo rimanere ancorati ad un passato così importante e significativo senza scommettere sulla capacità di rinnovare quella memoria ed esserne nuovamente interpreti.

Per queste ragioni per noi è un onore poter interloquire con Kerry Kennedy che da diverso tempo presiede una delle fondazioni più prestigiose per la diffusione dei diritti umani.

Desidero, a nome del Consiglio comunale di Bologna, quindi, ringraziarla per aver accettato il nostro invito.
L'occasione del confronto con Kerry Kennedy è per noi preziosa perché nel corso del tempo, ha personalmente contribuito ad accendere i riflettori su quelle persone che più si sono spese in questo ambito.

In una pubblicazione, disponibile on line, (Speak truth to power: Coraggio senza confini), ha raccontato dei suoi incontri col Dalai Lama, con Elie Wiesel, Harry Wu, Vaclav Havel, con Vera Stremkovskaya e molti altri.
Più recentemente ha voluto, sostenendo la mostra Ladies for human rights (che ospitiamo in Palazzo d'Accursio) ricordare quanto, a donne di ogni provenienza, si debba la conquista, la difesa, la lotta per la diffusione dei diritti umani nel mondo.

Che cosa sarebbe stata infatti questa battaglia se Anna Eleanor Roosevelt non avesse dato grande impulso alla Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo quando, nel 1948 presiedette i lavori della commissione che la approvò?

Che ne sarebbe stato di questo lungo cammino se Maria Montessori non fosse intervenuta in difesa della parità salariale tra uomini e donne, poi a sostegno di una pedagogia che riconoscesse l'unicità di ogni bambino e la necessità di far fronte all'analfabetismo infantile?

Che cosa sarebbe oggi questa questione senza gli interventi di Shirin Ebadi, avvocata in Iran, di Leyman Gbowee che con le sue azioni, compreso lo sciopero del sesso, in Liberia, pose l'accento sul fenomeno della violenza contro le donne e promosse un dialogo interreligioso tra fedi diverse; cosa sarebbe questa lotta senza il pensiero non violento e le pratiche pacifiste di Aung San Suu Kyi e più recentemente di Malala Yousafzai che ci ricorda quanto sia necessaria l'istruzione dei bambini e delle bambine per la crescita dei popoli e dei paesi!

L'elenco sarebbe molto lungo, ma anche ripercorrerne una sola parte, come fa la preziosa mostra di Marcello Reboani, curata da Melissa Proietti, restituirebbe una grande verità:
la questione dei diritti umani è indissolubilmente legata alla condizione delle donne che ne sono storicamente le più escluse dal loro godimento e proprio per questo le protagoniste della loro rivendicazione più netta.

Sette bambine su dieci nel mondo non vanno a scuola.

Nelle aree rurali le donne più fortunate lavorano fino a 10 ore al giorno per una paga di 3,4  dollari al giorno (tra le 2 e le 4  volte in meno rispetto agli uomini).

La violenza contro le donne rimane un fenomeno diffuso e spesso impunito.
E lo squilibrio tra i sessi è ben evidenziato dalla disparità di accesso alla politica e all'economia, nei luoghi, cioè, in cui vengono prese decisioni che riguardano tutti.

Che fare? è la domanda che assilla tutte noi.
E' mia opinione che celebrare, senza retorica, con impegno e forte senso di responsabilità l'8 marzo significhi, in Italia, impegnarsi per contrastare le disparità ancora oggi presenti e quindi contrastare la violenza contro le donne a partire dal sostegno ai centri antiviolenza e alle case rifugio; significa non dimenticare mai che in questa crisi profonda la disoccupazione è, prevalentemente, giovanile e femminile; significa definire un nuovo impegno per il diritto alla maternità da sostenere a prescindere dalle forme contrattuali, da tutelare a prescindere dal reddito, da sostenere con azioni concrete rivolte alle madri e ai bambini. Certamente non è lo stesso lavoro da compiere in altre zone del mondo dove l'accesso alla democrazia, all'istruzione sono questioni prioritarie.

Ma non dimentichiamo che questioni come il contrasto alla violenza maschile contro le donne, come pure il contrasto delle differenti possibilità di accesso alle ricchezze economiche, sociali, culturali e politiche del globo sono il filo rosso che ci unisce tutte
Ce né un altro che Kerry Kennedy ci invita, tutti i giorni a compiere.
Lei stessa afferma: “Il tentativo di far valere la dignità della persona umana, ovunque nel mondo, è un'opera quotidiana che bisogna ricominciare ogni giorno d'accapo. E' una fatica di Sisisfo, di cui non ci si deve stancare. (...) Non esistono soluzioni durature”.
A questo Kerry Kennedy aggiunge “dei tanti appelli degli esponenti della società civile tre mi sembrano importanti:
- congiungere sempre la lotta ideale a quella politica ed istituzionale;
- propugnare senza tregua la tolleranza contro ogni dogmatismo e fanatismo;
- manifestare la nostra compassione (che significa patire con l'altro) nei confronti di tutti coloro che soffrono al di la' delle frontiere e delle barriere nazionali”.

Ecco quindi, nuovamente ribadite le ragioni per celebrare l'8 marzo e di non averlo voluto fare in una sede qualunque, ma nel luogo della rappresentanza politico/istituzionale di una comunità, come una giornata di rinnovato impegno per contrastare le tante disparità di accesso alle risorse del mondo che attraversano, in ogni latitudine, le vite delle donne.

Signor Sindaco, signore Consigliere, signori Consiglieri, signora Kennedy, permettetemi, di chiudere questo mio intervento invitando tutti e tutte voi a visitare la mostra Ladies For Human Right, inaugurata ieri e ospitata per un mese intero a Palazzo D'Accursio. Incontrerete volti di donne noti e meno noti, tutti capaci, nelle loro vite, di contribuire a fare luce nei luoghi in cui il buio delle dittature, dei soprusi, delle violenze è ancora intenso.

Tra questi vi invito a soffermarvi davanti al nuovo ritratto dell'edizione bolognese: quello di Ilaria Alpi.
Alla signora Luciana Alpi, cui rivolgo il nostro saluto più affettuoso, va il ringraziamento per avere saputo, in questi 20 anni di verità negata, tenere viva la memoria della figlia, che ha pagato, con la vita, l'essere il volto migliore del giornalismo: quello che indaga, che non si arrende alle verità scontate.

Saluto la Signora Mariangela Grainer, Presidente della Fondazione Alpi, presente in Consiglio comunale.

L'edizione bolognese poi è dedicata anche ad un'altra Lady, Julia Tamayo Leon, venuta a mancare di recente, attivista peruviana per i diritti delle donne e avvocata dei diritti umani. A causa di reiterate minacce di morte, nell'ultimo decennio aveva scelto di vivere in Spagna, dove fino al 2012 è stata specialista di genere e responsabile del dipartimento di ricerca dell'ufficio di Amnesty International di Madrid.
Considero la violenza contro le donne l'effetto più evidente della disparità di potere economico, politico, sociale presente nel mondo. Per questo è molto importante che anche a lei sia dedicata l'edizione bolognese della mostra. Al figlio Alonso Landa Tamayo, rivolgo il nostro ringraziamento più sentito per aver scelto di partecipare a questa seduta e per essere ancora parte delle giuste azioni della madre.

Concludo ricordando che queste ladies hanno un merito sopra tutto: quello di ricordarci che battersi per i diritti delle donne, scegliere di rappresentarli, avere il coraggio di nominarli non è la difesa di una parte, ma sostenere le migliori condizioni di vita per tutto il genere umano, perché i diritti siano effettivamente universali".

"Dear Mayor, Dear Councilors, civil and military authorities, dear students

Let me greet and thank Ms Kerry Kennedy, President of the Robert F. Kennedy Human Rights, for being here with us as keynote speaker in today's session.

There are various recurring auspices about 8 March, International Women's Day:

The first is that it should be celebrated with more emphasis every year. Having started the celebrations already on 20th February, I guess we can feel on the safe side in this regard!

The second, more deeply rooted and deceitful, tends to say that 8 March is an obsolete and thus useless celebration, since the issues it concerns are actually already been solved.

On this regard, it is worth reminding that even if in the last decades 8 March has gained commercial character that didn't favor awareness on its deeper meaning, when it is celebrated it falls within that political tradition that claimed emancipation in the workplace and women's right to vote.

Its origins are still controversial. Among the mentioned events there are those related to the struggle for work (the very long New York shirtwaist strike, between 1909 and 1910; a tragic fire around 1911 in a shirtwaist factory in which many women lost their lives) as well as the British Suffragette Movement and the street demonstrations with the hunger strikes for the right to vote, promoted by Emmeline Pankrhust.

Celebrating 8 March today means remembering the social, political and economic achievements, but also discrimination and violence that they still experience in many parts of the world.

In the places where democracy rules and human rights culture is widespread, every woman knows she is living a different life from that of her mother, very far from that of her grandmothers and thus surely emancipated. But if we call for history's help and take a close look at the dates of those achievements and their effects on our daily lives, can we really say that equality has been reached?

Can we say that it has been obtained in every country?

Does the fact that the right to vote, access to economic, political and social resources do not exist for many women in large parts of the world make this achievement indefinitely gained also in our territory?

If we turn around and glance back, if it was possible to rapidly rewind the tape of history, we would discover that most of the achievements that we give for granted are recent.

One hundred years ago, in our country, for a woman it was not possible to enroll at university and she could not teach.

One hundred years ago women could not inherit and could not bequeath property.

One hundred years ago women did not vote and could not be candidate.

One hundred years ago their job, even if it was called so, often was not remunerated.

How many of these rights, that today we consider acquired even when they are not fully achieved, can be considered spread in the whole world?

Linking these achievements to the wider daily work of human rights diffusion is the wish that today we all want to make from Bologna City Council, whose more authentic and deeper history is, from this point of view, emblematic:

on our gonfalone, the municipal banner behind me, it is written LIBERTAS, since here, in 1256 the municipal administration FREED hundreds of people, men and women, adults and children, from their slavery status, by paying a ransom.

Here, more recently (one of the medals on the banner testifies it), men and women actively participated in the Liberation struggle and in the battle for freedom and democracy in our country.

Here, that struggle subsequently has meant building public services, starting from those for children, that made citizenship a real conquest.

But we do not want to stay anchored to such a significant past without investing in the ability to renew such memory and make it live again.

For these reasons it is a honor for us to be in contact with Kerry Kennedy, who has been chairing for a long time one of the most prestigious foundations for the spreading of human rights.

On behalf of the City Council I thus wish to thank her for accepting our invitation. It is for us a precious opportunity to have a conversation with Kerry Kennedy, since in the course of time she has personally contributed to highlight the acts of those who engaged more in this field.

In a publication, available online (Speak truth to power: Courage without borders) she recounts her meetings with the Dalai Lama, Elie Wiesel, Harry Wu, Vaclav Havel, with Vera Stremkovskaya and many others.

More recently, by supporting the Ladies for human rights exhibition (that we are hosting here at Palazzo d'Accursio) she intended to remind us how much we owe to women of different origins for the achievement, the safeguard and the spreading of human rights in the world.

As a matter of fact, what would have become of this struggle if Anna Eleanor Roosevelt had not given great impulse to the Universal Declaration of Human Rights when, in 1948, she chaired the commission that approved it?

What would have become of this long path if Maria Montessori had not claimed equal salary for men and women and had not afterward supported a pedagogy that recognized the uniqueness of each and every child as well as the need to face illiteracy?

Where would this issue be today without the speeches of Shirin Ebadi, lawyer in Iran, of Leyman Gbowee who with her actions, including the sex strike, in Liberia, gave visibility to the phenomenon of violence against women and promoted an interreligious dialogue among different faiths; where would this struggle be without the non-violent thought and the pacifist practices of Aung San Suu Kyi and more recently of Malala Yousafzai who reminds us how necessary education is for children, for the growth of peoples and countries!

The list would be very long, but even by only tracing part of it, as does the valuable exhibition by Marcello Reboani and curated by Melissa Proietti, it makes a great truth emerge:

the issue of human rights is strictly linked to the status of women who have historically been prevented from enjoying these rights. For this reason they are the ones who have been claiming them with more strength.

7 little girls out of 10 worldwide do not go to school.

In rural areas the luckiest women work up to 10 hours a day for a salary of 3,4 dollars per day (from 2 to 4 times less than men).

Violence against women is still a widespread and unpunished phenomenon.

And the unbalance between genders is quite clear in the disparity of access to politics and economy: those places where decisions that concern everybody are taken.

What can we do? This is the question that haunts all of us.

In my opinion, celebrating 8 March in Italy, without rhetoric, and with a strong sense of responsibility means engaging to combat the disparities that still exist and thus combating violence against women, starting from the support to anti-violence centers and to shelter houses; it means to never forget that in this deep crisis unemployment mainly concerns young people and women; it means engaging in new ways for the right to maternity that needs to be claimed regardless the type of contract, to be protected regardless the income, to be supported with concrete actions targeted to mothers and children. Of course this is not the same job that needs to be done in other parts of the world where access to democracy and to education are priority issues.

But let's not forget that issues like combating violence of men against women, as well as the fight against the different possibilities of access to political, cultural, social and economic wealth in the world are the common thread that links all of us.

There's something else that Kerry Kennedy invites us to do every day. She says: Trying to make human dignity emerge everywhere in the world it's a daily work that needs to be started over every day. It's a Sisyphean task of which we should never get tired (…). There are no durable solutions.

To this Kerry Kennedy adds “among all the appeals by representatives of civil society, three of them seem important to me:

  • always link ideal struggle to the political and institutional one;

  • tirelessly promote tolerance against any dogmatism and extremism;

  • show compassion (which means to suffer with the other) toward all suffering people, regardless borders and national barriers.”

So here are again the reasons to celebrate 8 March and the reason why we didn't want to do it in any place, but in the place of the institutional and political representation of a community, as a day to renew our engagement to combat disparities of access that, at any latitude, concern the lives of women.

Dear Mayor, Councilors, Ms Kennedy, let me close my speech by inviting all of you to visit the exhibition Ladies For Human Rights, opened yesterday, and that will be hosted for a whole month in Palazzo D'Accursio. You will see the faces of famous or less renown women, who contributed to light up those places where the darkness brought by dictatorship, oppression, violence is still intense.

Among these I invite you to linger in front of the new portrait created for the Bologna exhibition: that of Ilaria Alpi.

To Mrs Luciana Alpi, that I most warmly greet, goes our gratitude for having kept alive, in the last 20 years of denied truth, the memory of her daughter: she payed with life her being the best expression of journalism: the one that investigates and that does not surrender in front of given truths.

I greet Mrs Mariangela Grainer, President of the Alpi Foundation, present here in the City council.

Furthermore, the Bologna exhibition is dedicated to another Lady, Julia Tamayo Leon, recently passed away, a Peruvian activist for the rights of women and a human rights lawyer. Due to repeated death threats, she had decided to live in Spain in the last decade, where until 2012 she has been gender specialist and in charge of the research department of the Amnesty International office in Madrid.

I consider violence against women the clearest effect of disparity of social, political and economic power in the world. For this reason it is very important that the Bologna exhibition is dedicated to her also. I warmly thank her son, Alonso Landa Tamayo, for having chosen to participate in this session and for still sharing the righteous acts of his mother.

I conclude by reminding you that these ladies have one merit above all: that of reminding us that fighting for the rights of women, choosing to bring them forward, having the courage to mention them, does not mean to defend just one side, but it means fostering the best living conditions for the whole human kind, so as to make rights really universal".