30° Anniversario del Programma Erasmus, seduta del 10 luglio 2017
Delibere e odg collegato approvati in Consiglio comunale lunedì 3 luglio 2017
Approvata delibera per contributo straordinario. Seduta di lunedì 26 giugno 2017.
Delibere adottata dal Consiglio comunale, lunedì 19 giugno 2017.
approvata delibera di modifica
Seduta di Consiglio comunale del 5 giugno 2017
Seduta solenne del Consiglio comunale venerdì 16 maggio 2017
Illuminazione in blu e giallo del Palazzo del Podestà, Festa dell'Europa - 9 maggio 2017
Delibera approvata dal Consiglio comunale lunedì 8 maggio 2017.
Unanime adozione di odg dell'Ufficio di Presidenza in Consiglio comunale.
Minuto di silenzio del Consiglio comunale lunedì 10 aprile 2017
Unanime adozione ed immediata esecutività della delibera di Consiglio del 3 aprile 2017
Unanime approvazione in Consiglio comunale lunedì 3 aprile 2017
Ulteriori delibere approvate in Consiglio il 3 aprile 2017
Minuto di silenzio del Consiglio comunale
Delibere approvate lunedì 27 marzo 2017.
Seduta solenne del Consiglio comunale il 24 marzo 2017.
Marzia Benassi in apertura delle sedute dedicate alla discussione del bilancio preventivo del 2016
Bilancio, risorse per una città attiva ed inclusivaMarzia Benassi in Aula sul Bilancio di previsione 2015-17
Bilancio, attribuzioni statali e riparto solidale tra i ComuniMarzia Benassi sulle risorse effettive attribuite al Comune per l'esercizio 2014 a seguito delle nuove normative
Come cambia la città. Servizi e risorse del Bilancio 2014Tre giorni di discussione in Consiglio per l'approvazione del Bilancio preventivo
Il bilancio della cittàLa discussione in Consiglio comunale sul bilancio di previsione 2013
Rendiconto di bilancio, ridotti i debiti e aumentati i servizi per la cittàIl capogruppo Francesco Critelli sul bilancio consuntivo del Comune relativo al 2013
Intervento della consigliera Marzia Benassi sulla Relazione di Bilancio:
La discussione sul bilancio in Consiglio è un momento per dare una lettura più ampia dei processi che coinvolgono il nostro agire locale e per dare voce a riflessioni che riguardano il quadro politico-istituzionale nazionale ed internazionale.
Parto proprio dall’Europa che ha bisogno di un cambiamento radicale e coraggioso. Nella maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea, malgrado i primi timidi segnali di ripresa, il clima dominante è quello di una grande sofferenza e tensione sociale, di una crescente sfiducia nell’Europa che ha finito per considerare la UE non come una risposta alla crisi e ai problemi dei cittadini, ma al contrario come un fattore di aggravamento del disagio e dell’insicurezza.
Eppure l’Europa ha garantito pace, benessere e speranza per decenni. Il cammino dell’integrazione è stato segnato da successi straordinari almeno fino alla nascita dell’euro e all’allargamento ai Paesi dell’Europa centrale ed orientale. C’è una crisi profonda, non soltanto economica e sociale , ma anche politica. Se è vero, infatti che l’Unione non appare in grado di promuovere crescita, lavoro e protezione sociale, è vero anche che nello stesso tempo, essa si presenta come una costruzione burocratica e tecnocratica complicata e lontana dalle persone. L’europeismo tradizionale non è stato in grado di proteggere i suoi cittadini da una globalizzazione senza regole, di cui hanno pagato il prezzo più alto i lavoratori e le fasce medie e basse della società.
Il divario tra cittadini e istituzioni appare insormontabile e solo una risposta politica coraggiosa e radicale può essere all’altezza di una sfida da cui dipende il destino dell’Europa ed il nostro.
Pertanto non si può non tenere conto delle ultime elezioni e dell’accelerazione che questa fase politica ha messo in moto, un riscatto democratico del paese dopo un ciclo segnato dal declino economico e da una progressiva paralisi dello stesso sistema istituzionale. Un accelerazione che riguarda tutto il sistema politico nazionale dei partiti.
L’accelerazione registrata in questi giorni manifesta ancora il sintomo di un lungo travaglio politico istituzionale che fatica a chiudersi, ma che ha addirittura polarizzato la forbice delle diseguaglianze e aperto deficit di partecipazione e di legittimazione popolare e democratica.
Intanto in Italia e nei paesi occidentali aumenta la distanza tra la ristretta fascia di molti ricchi e di un numero sempre crescente di poveri.
L’Italia delle diseguaglianze ha eroso il 9% delle ricchezze delle famiglie dal 2007 al 2012.
La crisi economica continua ad accompagnarsi ad una caduta vertiginosa del collante culturale necessario a garantire la coesione e l’identità della nostra comunità nazionale.
Adesso occorre intercettare e ad interpretare la diffusa domanda di cambiamento e la speranza di mettere finalmente alle spalle questa lunga crisi, con le sue sofferenze sociali e con quel senso di smarrimento, di paura, di sfiducia, che ha fatto crescere l’insicurezza e indebolito le relazioni tra le persone. Una nuova fase per costituire una speranza, che può e deve mettersi al servizio di un rilancio dell’Italia sul piano economico, sociale, civile e democratico.
L’opportunità però, a mio avviso, è legata alla responsabilità e alla capacità di affrontare a viso aperto questa sfida. Il consenso verso un progetto deve tornare nella società in termini di fiducia, partecipazione, di coinvolgimento nell’innovazione.
Altrimenti il potere fine a se stesso diventa solo subalternità a una politica impotente e incapace di scelte coraggiose riguardanti la distribuzione delle ricchezze, dei diritti, delle opportunità.
Anzi, l’opera di ricostruzione del tessuto democratico della nazione è la condizione affinché l’ambizione di governare acquisti senso per il paese e non si riduca alla conquista del potere.
Ma sta proprio qui il punto che riguarda anche le amministrazioni: ovvero l’idea che la valorizzazione non solo dei partiti rinnovati, ma soprattutto dei corpi intermedi e dei cittadini, per quanto ci riguarda, deve appartenere ad una idea di progresso sociale.
Noi tutti ci troviamo a vivere quotidianamente con i problemi delle persone e le loro speranze.
E anche quest’anno l’amministrazione comunale ha dovuto affrontare incertezze e difficoltà per garantire gli equilibri di bilancio.
I cambiamenti continui oltre a comportare costi per le strutture organizzative condizionano le proiezioni pluriennali rendendo faticosa la gestione dei servizi.
Cambia nuovamente il quadro di riferimento delle entrate tant’è che la Legge di Stabilità riordina l’intero sistema della tassazione sulla casa. Viene istituita l’Imposta unica comunale in materia immobiliare (IUC), che si articola in tre componenti: l’imposta municipale propria (IMU), di natura patrimoniale dovuta dal possessore, il tributo sui servizi indivisibili (TASI), destinato a finanziare appunto i servizi indivisibili, la tassa sui rifiuti (TARI) destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell’utilizzatore. La IUC si fonda su due presupposti impositivi, uno basato sul valore dell’immobile e l’altro relativo alla fruizione dei servizi comunali, collegato all’utilizzo dello stesso immobile. Il presupposto impositivo della TASI è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di fabbricati, compresa l’abitazione principale, e di aree scoperte, comprese quelle edificabili, a qualsiasi uso adibite.
Importanti novità riguardano le modalità di predisposizione del bilancio e i documenti allegati. A partire da quest'anno, vi è un Bilancio di previsione pluriennale 2014-2016, e non più il budget di esercizio. La modifica più importante, che interessa gli enti sperimentatori, tra cui Bologna, riguarda la sostituzione della Relazione Previsionale e Programmatica con un unico documento di programmazione, denominato, proprio per questo, "Documento Unico di Programmazione (DUP)".
Nell’ambito dei nuovi strumenti di programmazione degli enti locali il DUP è quello che permette l’attività di guida strategica ed operativa e consente di fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le discontinuità ambientali ed organizzative.
L’importanza del Documento Unico di Programmazione deriva dal fatto che, nel rispetto del principio di coordinamento e coerenza dei documenti di bilancio, costituisce il presupposto necessario di tutti gli altri documenti di programmazione.
Esso si compone di due sezioni: la sezione strategica che ha una valenza temporale pari a quello del mandato amministrativo sviluppa e concretizza le linee programmatiche di mandato e individua, in coerenza con il quadro normativo di riferimento, gli indirizzi strategici dell’Ente. Le cinque linee programmatiche di mandato per il triennio 2014-2016 sono:
Una visione strategica metropolitana
Bologna città dell’educazione di qualità, della cultura e della scienza
Una svolta ecologica per Bologna
Un nuovo welfare per Bologna
Bologna città dell’innovazione e dei diritti
Mentre la sezione operativa il cui arco di tempo coincide con il bilancio di previsione è redatta, per il suo contenuto finanziario, per competenza e cassa, si fonda su valutazioni di natura economico-patrimoniale
Cominciamo ad analizzare i dati del Bilancio pluriennale 2014-2016 che prevede per le Entrate complessive il seguente ammontare:
- 524,7 milioni di euro nel 2014 (di cui 16,2 milioni di entrate corrispondenti);
- 511,5 milioni di euro nel 2015 (di cui 13,6 milioni di entrate corrispondenti);
- 507,3 milioni di euro nel 2016 (di cui 12,5 milioni di entrate corrispondenti).
I dati previsionali evidenziano la progressiva riduzione delle risorse a disposizione del Comune per finanziare il complesso degli interventi previsti nel programma di mandato.
Comparando i dati di Consuntivo relativi al triennio 2011-2013 il valore particolarmente elevato registrato nello scorso anno (558,3 milioni di euro) è dovuto a due fattori di carattere straordinario: una quota elevata dell’avanzo di amministrazione (10,4 milioni di euro), per finanziare spese di carattere eccezionale che si sono concentrate nel 2013 ed un’entrata di carattere straordinario di 11 milioni di euro, derivante da credito d’imposta e destinata esclusivamente al finanziamento di spese di investimento. Al netto di queste due componenti straordinarie le entrate 2013 sono perfettamente allineate con quelle registrate nel 2012 e lievemente superiori a quelle del 2011.
Inoltre bisogna precisare che nella lettura dei dati del Consuntivo 2011-2013 occorre anche tenere conto di alcune discontinuità dovute all’applicazione dei nuovi principi contabili.
Le entrate di natura tributaria e perequativa salgono da 374,4 milioni di euro nel 2014 a 381,7 milioni nel 2016.
le entrate da trasferimenti correnti, il valore assoluto si riducono nel triennio da 28,3 milioni nel 2014 a 17,6 milioni nel 2016 le entrate extratributarie scendono da 122 milioni nel 2014 a 107,9 milioni nel 2016
Come evidenziato, nel triennio aumenta sia il valore assoluto che l’incidenza percentuale di queste entrate che sono tutte di natura non finalizzata (con la sola eccezione dell’Imposta di soggiorno, che presenta in ciascuno dei tre anni una previsione di 3,2 milioni di euro).
La scelta dell’amministrazione è quella di confermare anche per il biennio 2015 e 2016 le aliquote IMU stabilite per il 2014 tranne per gli immobili destinati a un utilizzo strumentale allo svolgimento di attività economiche l’aliquota IMU nel 2014 sale dal 9,6‰ al 10,6‰ (con un maggiore introito previsto di circa 10 milioni di euro) e per le unità immobiliari cosiddette di lusso l’aliquota IMU passa dallo 0,5% allo 0,6%. Viene in particolare confermata al 7,6‰ l’aliquota IMU sui canoni concordati.
L’amministrazione, in accordo con le organizzazioni sindacali riserva il pagamento della TASI ai proprietari di prime abitazioni, imputando l’aliquota addizionale fino allo 0,8‰. Per quanto riguarda le abitazioni principali e relative pertinenze nel 2014 è prevista una aliquota del 3,3‰. A tale aliquota si associa un sistema di detrazioni correlato al valore delle rendite catastali. Tale sistema garantisce un importo TASI non superiore a quello determinato con riferimento all’IMU 2012 relativamente alle stesse tipologie di immobili.
Per la TARI la scelta compiuta dall’Amministrazione comunale è stata quella di incrementare tale tariffa del 2,4% rispetto al 2013, sia per recuperare l’inflazione di settore sia per assicurare un ulteriore potenziamento nel servizio di raccolta differenziata. Nel 2014 si avvia infatti la seconda parte del progetto per l’introduzione e l’incremento della raccolta differenziata nel centro storico della città. Questo progetto vedrà la piena realizzazione entro il 2016, con la costruzione di 140 piccole isole interrate che avranno il compito di raccogliere separatamente rifiuti organici e vetro.
Mentre per l'Addizionale comunale all'IRPEF, la scelta è quella di confermare per il triennio 2014-2016 l'aliquota dell'addizionale allo 0,7% invariata dal 2007 con la soglia di esenzione a 12.000 euro lordi. Tale soglia, fissata nel 2007, esenta dal pagamento dell'addizionale circa un terzo dei contribuenti bolognesi (pari in termini assoluti ad oltre 94.000 persone).
I dati evidenziano l’altissimo grado di autonomia finanziaria raggiunto dal Bilancio comunale in ciascuno dei tre anni considerati. L’incidenza percentuale delle entrate tributarie e extratributarie è elevatissima, passando dal 94,6% del 2014 al 96,5% del 2016.
La quasi totalità delle risorse utilizzate dal Comune per la gestione dei servizi e la realizzazione dei progetti viene quindi conferita dalle famiglie e dalle imprese bolognesi.
Inoltre bisogna evidenziare che il Comune di Bologna in questi tre anni nei confronti del bilancio statale è stato penalizzato di circa 180 milioni di euro (pari a oltre un terzo delle entrate di parte corrente)
Per quanto riguarda il Bilancio pluriennale 2014-2016 per le Spese complessive si prevede il seguente ammontare:
- 524,7 milioni di euro nel 2014 (di cui 16,2 milioni finanziati con entrate corrispondenti);
- 511,5 milioni di euro nel 2015 (di cui 13,6 milioni finanziati con entrate corrispondenti);
- 507,3 milioni di euro nel 2016 (di cui 12,5 milioni finanziati con entrate corrispondenti).
In considerazione del vincolo di pareggio di bilancio ovviamente i dati delle spese ipotizzate nel Bilancio pluriennale 2014-2016 sono simili a quelli delle entrate.
Come evidenziato nei documenti di Consuntivo relativi agli esercizi 2011, 2012 e 2013, negli ultimi tre anni si è registrato un significativo processo di riduzione della spesa. Se si opera infatti il confronto con i dati di Consuntivo 2010 tale contrazione si può stimare in termini reali pari a circa il 15% del totale del Bilancio comunale.
E’ importante precisare che il confronto fra il dati di consuntivo e quelli previsionali deve tenere conto della diversa natura contabile di queste informazioni. In alcuni casi, infatti, il dato di consuntivo può essere più elevato del dato previsionale riferito allo stesso esercizio, a seguito dell’accertamento e impegno in corso d’anno di entrate finalizzate non prevedibili al momento della formazione del bilancio, all’utilizzo del Fondo di riserva, all’applicazione di quote dell’avanzo di amministrazione, ad eventi di carattere straordinario.
Per le Spese di personale si prevede il seguente ammontare:
- 170,8 milioni di euro nel 2014 (di cui 0,4 milioni finanziati con entrate corrispondenti);
- 164,2 milioni di euro nel 2015 (di cui 0,4 milioni finanziati con entrate corrispondenti);
- 162,1 milioni di euro nel 2016 (di cui 0,4 milioni finanziati con entrate corrispondenti);
Bisogna subito precisare che il dato previsionale 2014 risulta in aumento rispetto a quello 2013 esclusivamente per due componenti di carattere straordinario:
- un trasferimento di risorse di 1,8 milioni di euro dalla voce di spesa «Consumi Specifici» del Settore Istruzione alla voce di spesa «Personale», dovuto alla previsione di gestione dei servizi all'infanzia a partire da settembre
- una spesa straordinaria di 4,5 milioni dovuta a diverse regole di imputazione temporale, dettate dal nuovo principio contabile relativo al salario accessorio.
Al netto di queste componenti straordinarie i dati del Bilancio pluriennale 2014-2016 evidenziano, il proseguimento della tendenza alla riduzione delle spese di personale.
Inoltre altra scelta dell’amministrazione è quella di confermare per il triennio 2014-2016 l’impegno alla razionalizzazione dei consumi economali, prevedendo una lieve riduzione delle risorse destinate a questi interventi.
Per i Consumi specifici che riguardano il Dipartimento di Riqualificazione Urbana, Cura e Qualità del Territorio, Economia e Promozione della Città, Cultura e Scuola, Benessere di Comunità, Quartieri si prevede il seguente ammontare:
- 139,0 milioni di euro nel 2014 (di cui 15,1 milioni finanziati con entrate corrispondenti);
- 134,6 milioni di euro nel 2015 (di cui 12,7 milioni finanziati con entrate corrispondenti);
- 133,2 milioni di euro nel 2016 (di cui 11,6 milioni finanziati con entrate corrispondenti).
• al finanziamento dei servizi in campo educativo, scolastico e socio-assistenziale gestiti centralmente o delegati ai Quartieri;
• alla manutenzione ordinaria della città (es: edifici pubblici, strade e marciapiedi, illuminazione pubblica, impianti tecnologici, parchi e giardini, manutenzione ordinaria delle strade e nella realizzazione delle attività connesse alla tematica della mobilità sostenibile);
• al finanziamento di tutti i servizi in campo culturale. Il dato 2014 è il più elevato perché incorpora una spesa straordinaria di 1,2 milioni di euro relativa all’adesione alla Fondazione Emilia-Romagna Teatro (E.R.T.), che ha acquisito il ramo d’azienda Teatro Arena del Sole nel gennaio 2014;
• alla promozione degli interventi messi in campo dall’Amministrazione in tema di sviluppo delle attività economiche, marketing urbano e turismo;
• al finanziamento delle procedure di riscossione delle entrate tributarie ed extratributarie.
• attività di gestione e manutenzione ordinaria del verde pubblico.
E’ vero, l’analisi dei dati rende la lettura del bilancio un puro tecnicismo, ma al di là dei numeri sono state fatte delle scelte; scelta di confermare un fondo anticrisi, di garantire i servizi educativi e sociali; scelta di valorizzate le associazioni prevedendo risorse per progetti di cittadinanza attiva in cui il principio di sussidiarietà pone in capo alle amministrazioni il dovere di sostenere e valorizzare l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli, associati, volta al perseguimento di finalità di interesse generale e collettivo.
Nella linea programmatica un nuovo Welfare per Bologna, nell’ambito della promozione della salute e dell’attività sportiva sono attivi sia interventi già strutturati in veri e propri servizi a sostegno e sviluppo dei cittadini, sia nuovi progetti ad esempio:
Progetto Parchi in Movimento
Promozione dell'attività motoria quale strumento di benessere e di promozione della salute della cittadinanza bolognese, anche finalizzata ad uso terapeutico, ad integrazione della terapia farmacologica, per fasce di popolazione portatrici di particolari patologie.
Progetto gruppi di cammino e memory training per over 65
Contrasto all'incremento della fragilità, promozione della salute e prevenzione del decadimento cognitivo della popolazione over 65 attraverso l'attività motoria e l'allenamento della memoria
Piano per l'utilizzo dell'impiantistica sportiva e “sistema natatorio cittadino”
La situazione dell'impiantistica sportiva, anche nella prospettiva dell'ampliamento del bacino di utenza con l'avvento della città Metropolitana, richiede la programmazione di interventi complessivi di manutenzione e gestione per migliorare l'offerta e le condizioni di fruibilità dei cittadini, con particolare riferimento all'offerta natatoria pubblica in città.
Sono in corso diversi progetti finalizzati al miglioramento ed incremento dell'offerta di servizi, alla creazione di un sistema coordinato ed efficiente di gestione di tutti gli impianti sportivi.
Implementare l'offerta di opportunità di pratica sportiva rivolte a tutte le fasce di età, anche come occasione di prevenzione delle malattie, e promozione d i stili di vita sani (promozione attività motoria per disabili, minori, anziani , ecc.);
Inoltre ricordo l’approvazione del regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni.
Tali scelte mostrano una particolare sensibilità di questa amministrazione verso il mondo dell’associazionismo, un mondo che nella nostra città ha grande valore. Oggi più che mai diventa fondamentale per la crescita della nostra comunità che vive le trasformazioni interculturali, proiettandola verso una società multiculturale destinata a trovare una nuova sintesi e una nuova convivenza che possa garantire l’allargamento dei diritti che le società complesse stanno ponendo come tema ormai quotidiano. A questa complessità è chiamato a rispondere anche l’associazionismo, oggi più che mai, con l’orgoglio della storia che lo contraddistingue. Il volontariato nella ricostruzione morale è dalla parte della trasparenza, dell’innovazione, della certificazione dell’attività, sta dalla parte del merito, delle pari opportunità accompagnate da criteri di uguaglianza nelle condizioni sociali. Significa essere un bene collettivo, protezione sociale, una leva per uscire dalla crisi economica, ma ottenere un riconoscimento e sviluppare sempre di più la vocazione nella promozione sociale.
C’è però una cosa essenziale che si deve fare: alzare lo sguardo e provare a disegnare un orizzonte ampio. Ciò vuol dire allontanarsi dalla autoreferenzialità, mentre fuori il mondo assume una velocità da non riuscire a tenerne il passo.
Partecipazione democratica, allargamento nelle decisioni, credibilità e coerenza, assunzione del rischio con responsabilità collettiva.
Le proposte devono essere parte integranti dei servizi che si offrono ai cittadini, se sempre di più le trasformazioni sociali ci dicono che occorre immaginare le stesse sempre più flessibili per adeguarsi ai tempi di vita sociale e di lavoro delle famiglie.
E’ arrivata la stagione del coraggio! Riguarda la necessità che abbiamo di creare le condizioni per garantire a tutti la partecipazione, imprimendo un’accelerazione perché è in gioco la modernità. E’ dalla riforma del modello che si deve partire per trovare risposta a nuove elaborazioni.
Il mondo associativo e in particolare quello sportivo, dal quale provengo, in questa fase, è un esempio per il paese. Si deve partire dall’analisi delle attività e accompagnare la riforma con i vari tavoli esterni della politica, delle istituzioni, del Terzo Settore.
Non siamo solo dentro una crisi, ma concludendo, siamo dentro un passaggio di fase storico sotto l’aspetto economico, sociale, politico, culturale. Al netto, pertanto, della legittima posizione di ognuno di noi nella lettura di questo momento, credo che sarebbe sbagliato non considerare il dinamismo con il quale lo scenario politico e sociale muta e si riposiziona. Bisogna salvaguardare la ricchezza, la partecipazione democratica e i meccanismi del confronto dell’associazionismo, ma con uno sguardo lontano.
E allora, avanti! Sentiamoci tutti coinvolti, mettiamoci idee consapevoli dell’alto livello delle sfide e del necessario senso di responsabilità collettiva. E proviamo ad amalgamare il tutto con la passione, quella che non ci deve mai abbandonare, ma anzi, ci ha animato e ci anima da sempre. Quella passione che ci tiene insieme e che, sono convinta, sarà la scintilla che accenderà questo percorso e la stella che ci deve orientare verso nuovi traguardi.