30° Anniversario del Programma Erasmus, seduta del 10 luglio 2017
Delibere e odg collegato approvati in Consiglio comunale lunedì 3 luglio 2017
Approvata delibera per contributo straordinario. Seduta di lunedì 26 giugno 2017.
Delibere adottata dal Consiglio comunale, lunedì 19 giugno 2017.
approvata delibera di modifica
Seduta di Consiglio comunale del 5 giugno 2017
Seduta solenne del Consiglio comunale venerdì 16 maggio 2017
Illuminazione in blu e giallo del Palazzo del Podestà, Festa dell'Europa - 9 maggio 2017
Delibera approvata dal Consiglio comunale lunedì 8 maggio 2017.
Unanime adozione di odg dell'Ufficio di Presidenza in Consiglio comunale.
Minuto di silenzio del Consiglio comunale lunedì 10 aprile 2017
Unanime adozione ed immediata esecutività della delibera di Consiglio del 3 aprile 2017
Unanime approvazione in Consiglio comunale lunedì 3 aprile 2017
Ulteriori delibere approvate in Consiglio il 3 aprile 2017
Minuto di silenzio del Consiglio comunale
Delibere approvate lunedì 27 marzo 2017.
Seduta solenne del Consiglio comunale il 24 marzo 2017.
Benedetto Zacchiroli sulla giornata internazionale e sullo sciopero femminile
Stalking stop! progetto a tutela delle donneIl nuovo progetto di tre associazioni a Bologna. Intervento di inizio seduta della consigliera Daniela Turci.
Consiglio comunale e Provinciale per la Giornata contro la violenza sulle donneLa presidente del consiglio comunale Simona Lembi interviente nel corso della seduta congiunta dei Consigli comunale e provinciale in occasione della XIII "Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne".
Di seguito il testo integrale dell'intervento e in allegato il comunicato dell'ufficio stampa del Comune di Bologna.
"Signor Sindaco, Signora Presidente, Autorità civili e militari, signore e signori,
è la prima volta che si celebra nella sala del Consiglio comunale di Bologna la giornata mondiale contro la violenza alle donne istituita dall'Onu il 17 novembre del 1999.
Nella risoluzione, famosissima, la 54/134 l’Assemblea Generale delle Nazioni unite sceglie la data del 25 novembre, non semplicemente occupandosi di stupro, violenza fisica, stalking, ma facendo esplicito riferimento alla Conferenza mondiale delle donne di Nairobi dell’84 (quella, per intenderci che si occupò di uguaglianza e sviluppo della pace) e a quella di Pechino del ’95 che si soffermò invece maggiormente su empowerment e mainstreaming.
Votò quella risoluzione su motivazioni precise alcune delle quali vorrei qui richiamare:
"Constatato con preoccupazione che la violenza sulle donne è un ostacolo sulla via dell’uguaglianza, dello sviluppo e della pace, considerato che la violenza contro le donne deriva da una lunga tradizione di rapporti di potere diseguali tra uomini e donne, situazione che conduce alla dominazione degli uomini sulle donne e alla discriminazione di queste ultime, impedendo loro di emanciparsi pienamente e che la violenza è uno dei principali meccanismi sociali per mezzo dei quali le donne vengono mantenute in condizioni di inferiorità rispetto agli uomini".
Fine della citazione.
Ecco ben evidenziati i punti principali su cui oggi commemoriamo solennemente il 25 novembre: la violenza sulle donne è un ostacolo allo sviluppo dei paesi. Esistono meccanismi sociali per mezzo dei quali le donne sono mantenute (lo erano e lo sono ancora ) in condizioni di inferiorità.
Occuparsi quindi di affrontare e rimuovere quei meccanismi sociali significa occuparsi dello sviluppo dei paesi.
Per questa ragione, quando si parla di violenza, non è sufficiente affrontare la singola questione, ma occorre incidere sulle condizioni di disparità economiche, sociali, politiche esistenti tra uomini e donne all'interno di una società.
In altre parole voglio invitare a tenere insieme i dati relativi alla violenza contro le donne, con quelli riguardanti la disoccupazione femminile (ricordo che in Italia il tasso di occupazione femminile è il 47,4%), la pressoché assenza delle donne in tutti quei luoghi (nell'economia, nelle istituzioni e nella politica) in cui si prendono decisioni su quei meccanismi sociali per mezzo dei quali le donne sono mantenute in condizioni di inferiorità. Cito a questo proposito solo un dato (ovviamente per motivi di brevità) ed è quello del Report 2012 del Word Economic Forum che, su 135 paesi, pone il nostro all'ottantesima posizione in quanto a Gender Gap, ossia il divario fra uomini e donne su criteri relativi all'economia, alla politica, all'istruzione e alla salute.
Parallelamente io credo che occorra riconoscere che negli ultimi tempi si stia affermando una nuova sensibilità su questi temi. Ne è la prova quanto i mezzi di comunicazione abbiano richiamato più volte negli ultimi tempi la celebrazione del 25 novembre utilizzando anche parole nuove per raccontarla.
Femicidio. Non più ‘omicidio’ ad indicare l’assassinio di un uomo (neutro), a prescindere dalle ragioni di quel gesto. Femicidio, e cioè l’assassinio delle donne in quanto donne, lo avevano usato per prime le criminologhe statunitensi Diana Russel e Jill Radford, nel loro libro più famoso del 1992: "Femicide. The politics of woman killing". Quello che voglio dire è che oggi abbiamo un nome in più per riconoscere questo fenomeno.
In Italia celebrare celebrare il 25 novembre giornata mondiale contro la violenza alle donne significa richiamare alcune date. ne richiamerò pochissime ma credo che sia necessario richiamarle oggi.
La prima la richiama la giudice Paola di Nicola nel suo ultimo libro: nel 1978 si celebra a Latina un processo in cui una giovanissima donna denuncia i suoi quattro aggressori. Tutti incensurati e di buona famiglia, per averla violentata un’intera notte, questa volta il processo, uguale a tanti altri, ha una particolarità: viene ripreso dalla televisione di Stato per essere mandato in onda in tutta la sua crudezza. L’avvocato della difesa alla fine di una lunga arringa afferma: "se questa ragazza si fosse stata a casa, se l’avessero tenuta presso il caminetto, non si sarebbe verificato niente". Fine della citazione.
Stuprum, in latino, vuol dire ‘disonore, vergogna’. Ma il disonore e la vergogna di chi? Della donna che lo ha subito o dell’uomo che lo ha commesso? A questa domanda viene data risposta parziale risposta appena 18 anni più tardi quando nel 1996, finalmente, in Italia, la violenza sessuale viene definita un reato contro la persona e non più contro la morale.
Faccio un piccolo passo indietro per ricordare che è appena del 1981 l’abolizione del delitto d’onore, ossia di quelle attenuanti che venivano concesse ai mariti quando uccidevano le mogli colte nell’atto d’adulterio.
Arrivo all’ultima data, importantissima: è il 2007. In quell’anno l'Istat pubblica la prima (e finora ultima) ricerca completa sulla violenza di genere in Italia. Ci dice cose precise: che circa 7 volte su 10 la vittima conosce bene il suo carnefice (per lo più marito, ex marito, partner, ex partner); che quasi 7 volte su 10 si tratta di una violenza che si consuma tra le mura domestiche; che neppure una donna su 10 denuncia. Appena il 9% lo fa in media 7,8 anni dal manifestarsi delle prime violenze.
Ho scelto di dilungarmi su queste date perché motivano l’invito avanzato alle persone che, tra breve, prenderanno parola di fronte ai Consigli.
Marzia Schenetti vive in Emilia Romagna, ha subito violenza, una particolare forma di violenza chiamata Stalking. Fa parte di quel 9% di donne che denunciano. Ha voluto pubblicare la sua storia e ha scelto di fondare un’associazione con tante altre donne che hanno subito violenza e che vogliono raccontare la propria storia. Niente di morboso. Piuttosto il desiderio di compiere un gesto per trasmettere quell'esperienza e impedire così che ad altre possa accadere.
Sono arrivata a questa scelta grazie a "Casa delle Donne per non subire violenza" a cui voglio riconoscere l’impegno costante che promuove per contrastare questo fenomeno, così come voglio sottolineare il lavoro costante anche di molte altre Associazioni, quasi esclusivamente femminili, che svolgono con pochissimi fondi a disposizione, azioni concrete di contrasto alla violenza alle donne.
Diamanti è il capitano del Bologna F.C.. Gli abbiamo rivolto un invito perché ha scelto di aderire alla Campagna “Noino”, ho visto molte spillette oggi in consiglio, voluta fortemente dal Presidente della Fondazione del Monte, Marco Cammelli (che ringrazio per essere presente), e promossa insieme con l’associazione Orlando.
Sono entrambe testimonianze preziose perché rompono stereotipi consolidati e gettano nuova luce su questo fenomeno. C'è un altro motivo per cui sono rimasta a lungo sulle date ossia per ricordare ancora una volta quanto sia stato lento il cammino per riconoscere questo fenomeno e quindi avviare il suo contrasto.
Ma, per quanto lento e faticoso sia il riconoscimento di questo fenomeno, non è impossibile compierlo.
Ce lo testimonierà il video che tra poco vedremo realizzato dalle ragazze degli Istituti Arcangeli, Aldrovandi Rubbiani e Copernico in collaborazione col Comune, con la Provincia e con l'Arma dei Carabinieri. So bene che c'è sempre un rischio nell'insistere su questo fenomeno, ma, per dirla con le le parole della Murgia, “finché non smette di succedere io non riesco a smettere di dire che sta succedendo”.
Per parte nostra Vorrei che fosse questo il senso della celebrazione di questa giornata: non ricominciare da capo e sapere che contrastare la violenza significa promuovere lo sviluppo di un paese.
Concludo:
al termine di questa seduta i consigli voteranno la richiesta di intitolare un luogo pubblico al 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza alle donne. Non dirò che sono grata ai capigruppo per aver accolto questa richiesta. Voglio invece affermare quanto sia condivisa questa scelta.
Quando penso alla violenza, di tutti i tipi, penso ad un mostro. Chi ha bambini piccoli o nipoti o comunque ha modo di stare con i più piccoli abitanti del nostro territorio sa di che cosa parlo.
I mostri non hanno volto, non hanno corpo e non hanno nome. Per questo fanno paura, a 5 anni, a 20, a 50.
La violenza contro le donne ha un volto e un corpo: i numeri che ho appena indicato.
Ha anche un nome: femicidio, violenza di genere, 25 novembre.
Per questa ragione parlarne, oggi e dedicargli un luogo pubblico a Bologna, questo mostro fa meno paura.".