30° Anniversario del Programma Erasmus, seduta del 10 luglio 2017
Delibere e odg collegato approvati in Consiglio comunale lunedì 3 luglio 2017
Approvata delibera per contributo straordinario. Seduta di lunedì 26 giugno 2017.
Delibere adottata dal Consiglio comunale, lunedì 19 giugno 2017.
approvata delibera di modifica
Seduta di Consiglio comunale del 5 giugno 2017
Seduta solenne del Consiglio comunale venerdì 16 maggio 2017
Illuminazione in blu e giallo del Palazzo del Podestà, Festa dell'Europa - 9 maggio 2017
Delibera approvata dal Consiglio comunale lunedì 8 maggio 2017.
Unanime adozione di odg dell'Ufficio di Presidenza in Consiglio comunale.
Minuto di silenzio del Consiglio comunale lunedì 10 aprile 2017
Unanime adozione ed immediata esecutività della delibera di Consiglio del 3 aprile 2017
Unanime approvazione in Consiglio comunale lunedì 3 aprile 2017
Ulteriori delibere approvate in Consiglio il 3 aprile 2017
Minuto di silenzio del Consiglio comunale
Delibere approvate lunedì 27 marzo 2017.
Seduta solenne del Consiglio comunale il 24 marzo 2017.
Ad inizio seduta del Consiglio comunale, lunedì 3 aprile 2017, la consigliera comunale Federica Mazzoni è intervenuta sul caso di Fatima.
Di seguito il testo dell'intervento. In allegato è inoltre disponibile il comunicato stampa.
La vicenda della ragazza di 14 anni, bolognese con origini del Bangladesh, rasata a zero dai genitori perché non voleva indossare il velo, ci scuote nel profondo e non solo perché accaduta tra noi, nella nostra città. Colpisce e ci deve allertare perché si tratta di una minore adolescente che, come tutte le sue coetanee ad ogni latitudine, cerca il proprio posto nel mondo e costruisce la propria identità; colpisce anche perché riguarda una famiglia chiaramente in difficoltà nel riconoscere e accettare un mutamento nelle proprie dinamiche interne dovuto al vivere in Italia, paese che una delle loro figlie sta dimostrando di aver scelto come posto adatto a sé, in quanto cresciuta qui e di fatto italiana -ecco un altro segnale di quanto sia giusto e fondamentale approvare al più presto la legge sullo Ius soli-
La delicatezza, il rispetto per quello che sta succedendo sono d'obbligo, tanto più che le indagini sono ancora in corso. È sicuramente una vicenda triste come sempre lo è quando entrano in gioco servizi sociali, Procura e Tribunale dei minorenni per allontanare una minore dai propri genitori. È poi anche necessario dire con chiarezza che questo episodio non deve essere strumentalizzato per connotare in maniera negativa un'etnia o una religione -per la stessa tradizione islamica, che questi genitori evidentemente dimostrano di aver male interpretato, infatti ogni imposizione rende l'atto stesso invalido- quanto per ribadire che ciascuna persona non ha solo il diritto di essere tutelata contro azioni coercitive, ma che ogni donna, ragazza, bambina è portatrice di diritti che chiunque deve riconoscere e rispettare, così come sancito dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, e come stabilito dalla nostra Costituzione.
Dagli elementi che stanno emergendo questo episodio si connoterebbe come maltrattamenti in famiglia e in questi casi, fortunatamente, i panni sporchi non si lavano in famiglia. Per questo dobbiamo ringraziare tutte le persone che non si sono voltate dall’altra parte: le insegnanti, la preside e tutte le istituzioni e i servizi che con sensibilità e competenza si sono doverosamente interessati alla ragazza e la stanno prendendo in carico -anche in via preventiva- senza trascurare la famiglia tutta che "va presa per mano", come ha affermato Clede Maria Garavini, Garante regionale dei diritti dell'infanzia, perché se i genitori hanno sbagliato, hanno commesso un reato bisogna fare in modo che se ne rendano conto. Per questo è fondamentale intercettare le famiglie - esistono già incontri informali anche in parrocchie, in questo senso- ma ancor più giuste sono le parole e le intenzioni dell'assessore Rizzo Nervo quando dice che dietro a questo episodio probabilmente si cela molta solitudine e che "noi dobbiamo mettere a disposizione spazi e persone in modo tale da che una famiglia musulmana - ma di qualsiasi religione o cultura, per la verità- possa esprimere la propria condizione di disagio, creare un luogo dove una madre possa anche dire che per lei il fatto che la figlia rifiuti il velo è un problema."
Di recente in Consiglio comunale di Bologna ho dichiarato che in termini di libertà vietare il velo è come imporlo, e lo ribadisco. Il velo non è solo un simbolo religioso ma di appartenenza culturale, di per sé non è in contraddizione con la libertà di espressione e autodeterminazione delle donne, molte nostre concittadine e non solo ce lo dimostrano. Detto questo, certamente il velo non può essere un dogma. Il labile confine sta tutto nella libera scelta di indossarlo, nella volontà o meno di adottare uno stile di vita e nella nostra capacità di educare, di creare la cultura e la rete istituzionale e di servizi capaci di garantire questi diritti e di sostenere le ragazze e le donne nelle proprie scelte.