30° Anniversario del Programma Erasmus, seduta del 10 luglio 2017
Delibere e odg collegato approvati in Consiglio comunale lunedì 3 luglio 2017
Approvata delibera per contributo straordinario. Seduta di lunedì 26 giugno 2017.
Delibere adottata dal Consiglio comunale, lunedì 19 giugno 2017.
approvata delibera di modifica
Seduta di Consiglio comunale del 5 giugno 2017
Seduta solenne del Consiglio comunale venerdì 16 maggio 2017
Illuminazione in blu e giallo del Palazzo del Podestà, Festa dell'Europa - 9 maggio 2017
Delibera approvata dal Consiglio comunale lunedì 8 maggio 2017.
Unanime adozione di odg dell'Ufficio di Presidenza in Consiglio comunale.
Minuto di silenzio del Consiglio comunale lunedì 10 aprile 2017
Unanime adozione ed immediata esecutività della delibera di Consiglio del 3 aprile 2017
Unanime approvazione in Consiglio comunale lunedì 3 aprile 2017
Ulteriori delibere approvate in Consiglio il 3 aprile 2017
Minuto di silenzio del Consiglio comunale
Delibere approvate lunedì 27 marzo 2017.
Seduta solenne del Consiglio comunale il 24 marzo 2017.
Corrado Melega sulle ragioni della protesta originata dai tagli alla Sanità pubblica
118, sospensione di alcuni medici del servizio di emergenzaDomanda d'attualità di Corrado Melega
Donne e patologie, il sostegno del volontariatoUdienza conoscitiva
Salute mentale infantile, l'attività di un'associazioneUdienza conoscitiva
Approvato il Bilancio preventivo 2016-2018
Intervento in Aula del consigliere Corrado Melega durante la discussione dei documenti del Bilancio:
"Una delle linee programmatiche di mandato recita: un nuovo welfare per Bologna - innovazione sviluppo dei servizi, interventi socio sanitari e di promozione della salute, di offerta abitativa e sostegno delle fasce deboli, forme di welfare di comunità, promozione e sostegno delle famiglie.
La salute o se volete il benessere rappresenta certamente il punto centrale della vita di un individuo e di una comunità. Le sue variazioni incidono sulle fasi della vita di una persona, modificando i comportamenti, le relazioni sociali, le opportunità e le prospettive.
Via via che l’età cresce il ruolo svolto dalle condizioni di salute tende a divenire sempre più importante, fino ad essere quasi esclusivo per il benessere delle persone molto anziane, quando il rischio di salute precaria è maggiore ed il suo impatto sulla qualità della vita può diventare molto severo.
I dati Istat ci dicono che la nostra regione si classifica al terzo posto per quello che riguarda la speranza di vita alla nascita (80,2 anni gli uomini e 84,9 le donne). Considerando un altro parametro, cioè la speranza di vita in buona salute alla nascita la regione si trova al decimo posto per gli uomini (60,2 anni ) e la sesto per le donne (59,5anni). Dopo i 65 anni la speranza di vita senza limitazioni nelle attività quotidiane si calcola in 9,5 anni per gli uomini e 9,2 per le donne. Naturalmente nella valutazione di questi dati bisogna sempre tener presente che il progresso nella speranza di vita media è fortemente influenzato dal miglioramento del tasso di mortalità infantile.
A Bologna , come è noto, il problema legato all’invecchiamento della popolazione è ben presente: le cifre ci dicono che al 31\12\14 gli over 65 erano 99831, gli over 75 erano 55985, gli over 80 erano 35429. Questi numeri rendono conto dell’importanza di un servizio sociale efficiente nell’assistenza agli anziani ed alle loro famiglie. Si tratta di un argomento che viene spesso usato nelle valutazioni critiche all’operato dell’amministrazione: spesso però si sentono citare i problemi , meno spesso le possibili soluzioni. Difficile pensare che un’amministrazione pubblica, soprattutto gravata da una crisi economica senza precedenti possa da sola sostenere il peso dell’assistenza socio sanitaria di una popolazione con le caratteristiche suddette; soprattutto pensando al livello dei servizi raggiunto nel corso degli anni. L’assessora Giannini con la consueta chiarezza e franchezza ci ha parlato di un cauto ottimismo, ma non ha certamente nascosto le difficolta e i limiti che permangono nell’impostazione del bilancio della nostra amministrazione come credo di molte altre. Consapevole di queste difficoltà e del fatto che i finanziamenti sono limitati non solo quantitativamente ma anche qualitativamente, visti i numerosi capitoli di spesa che un Comune deve affrontare, l’amministrazione ha affrontato la costruzione del servizio con procedure innovative , costruendo progetti che si avvalgono dell’apporto sussidiario del volontariato, delle cooperative sociali e del terzo settore, così da mettere a punto i cosiddetti pacchetti personalizzati di prestazioni, anche perchè come lo stesso assessore Rizzo Nervo ha riconosciuto, il pubblico da solo soddisfa solo una parte delle esigenze. Penso che sia stato fatto e sarà fatto il massimo possibile.
Un passo importante nella gestione dei servizi è sicuramente costituito dalla unificazione delle tre Asp cittadine in un’unica istituzione. L’Asp unica ha avuto un avvio faticoso , legato all’obbligo di adeguamento al processo di accreditamento regionale : i servizi caratteristici erano in difficoltà ed i ricavi non coprivano i costi di gestione. Il superamento delle difficoltà dovrà necessariamente ricorrere a soluzioni innovative che faranno perno sulla ricomposizione di tutte le attività del servizio sociale territoriale ( accesso, valutazione , presa in carico) da parte di un unico gestore dei servizi sociali e socio sanitari.
I compiti dell’Asp dovranno essere declinati tenendo conto che l’80% del fatturato è costituito dai servizi per anziani :
Assistenza agli anziani ed ai soggetti con patologie tipiche dell’età senile, che vivono in condizioni di fragilità, disabilità e non autosufficienza attraverso la gestione di servizi residenziali, semiresidenziali e domiciliari.
Si sente spesso dire che la Asp unica esautorerà parzialmente le prerogative dei quartieri : penso che questo possa essere evitato salvaguardando un elemento cardine del sistema dei servizi sociali, cioè la connotazione territoriale delle sedi di erogazione dei servizi ed una netta definizione dei compiti di committenza e gestione. In questo ambito si collocano gli sportelli sociali, dislocati territorialmente al fine di gestire un’adeguata prossimità dei servizi e consentire agli operatori di lavorare a stretto contatto con il contesto di riferimento. Gli sportelli sociali attivi sul territorio sono 11, le persone che hanno avuto accesso sono 18500, le domande di accesso sono però 31000. Da qui la necessità di una nuova organizzazione, in parte già avviata, che preveda la presenza di personale qualificato da affiancare al personale di sportello e l’estensione dei punti di accesso agli sportelli nelle sedi operative dell’Asp. L’Asp ha in previsione una serie di innovazioni nella produzione dei servizi; cito per la sua importanza la rivisitazione ed il rinnovamento del servizio per l’assistenza domiciliare:
Sarà razionalizzata la fase di accesso e semplificato il processo di valutazione in modo da prefigurare profili assistenziali che permettano l’assegnazione di uno o più servizi del pacchetto.
Il sostegno alla popolazione in difficoltà si articola anche in altri servizi che sono o saranno gestiti dall’Asp, la social card, il servizio residenziale per minori, il servizio di pronto intervento sociale, il servizio di bassa soglia di accesso per persone temporaneamente presenti.
Recentemente è stato siglato tra il Comune di Bologna e l’Azienda sanitaria un programma di interventi sanitari sulle popolazioni vulnerabili. Sono persone in condizioni di vulnerabilità sociale, cioè di limitata autonomia e scarsa capacità di autodeterminazione- Popolazione di strada non residente. 600 persone presenti prevalentemente stranieri, con flussi annuali di 1200\1300 individui che possono arrivare a 1500 col piano freddo. – Popolazione rom che conta 200\250 persone con spostamenti ciclici- Occupanti abusivi di difficile quantificazione-Migranti in transito, circa 14000 nell’ex Cie e 1000 nei centri di accoglienza di secondo livello. Sono stati individuati tre livelli di assistenza: bisogni di base, bisogni sanitari con risposta ambulatoriale anche specialistica, bisogni sanitari che richiedono letti in genere per dimissioni protette. Collaborano col Comune e con l’Asl le Unità sert di strada, le associazioni Sokos, Biavati , Emergency, Beltrame e Rostom.
Un importante ausilio nello sviluppo dei servizi socio sanitari sarà costituito dalle case della salute, progetto da troppo tempo in ritardo almeno per quello che riguarda il territorio cittadino. Possono essere strutture utilissime se organizzate come sono state pensate, per esempio nell’assistenza alle cronicità e nel caso di dimissioni protette. Sarà possibile così evitare molti ritorni precoci al pronto soccorso ed alleviare il lavoro di quelle strutture. Le case della salute sono , a mio parere, ingiustamente avversate da alcune organizzazioni mediche; viene suggerito che così i cittadini non potranno più avere il loro medico di famiglia. In realtà saranno strutture a disposizione dei cittadini per risolvere problemi clinici in assenza del medico di famiglia. Certo nel trattare determinati argomenti è fondamentale il dialogo con gli operatori, che però devono capire che il loro compito è quello di essere al servizio della comunità. Il Comune o meglio la conferenza territoriale socio sanitaria dovrebbe , come tante volte si è detto, agire da facilitatore per questo colloquio.
Stesso discorso si può fare per le liste di attesa: la Regione si è impegnata molto in questo senso investendo denaro, risorse umane e impegno dei professionisti. I risultati, come si è potuto constatare in una recente riunione della 5° commissione, sono molto buoni. Il nodo però rimane sempre l’appropriatezza che deve necessariamente coinvolgere i medici. Il ministero della salute ha recentemente stilato un elenco di prestazioni da mettere sotto controllo, suscitando malumori e disapprovazioni. Penso che l’idea sia corretta, ma avrà vita breve senza un dialogo con le categorie mediche. Per contro i medici devono capire che se si vuole uscire dalla trappola della medicina difensiva la condivisione di protocolli e linee guida è l’unica strada possibile, anche sacrificando parte delle proprie convinzioni. Purtroppo il consiglio d’Europa ha gettato benzina sul fuoco con la delibera sul monte orari da rispettare: teoricamente giusta , ma in regime di blocco del turn over assolutamente destruente dato che rischia di mettere in ginocchio molte strutture. Tra queste sicuramente i consultori famigliari, che con la realizzazione delle case della salute potrebbero ritornare alle loro primitive parole d’ordine : accoglienza, ascolto, formazione , informazione e prevenzione, sostegno a libere scelte di salute riproduttiva , sostegno alle famiglie comunque composte, promozione dell’affettività e della salute sessuale degli adolescenti, al netto di costrizioni morali o etiche.
Per finire vorrei parlare di un progetto, benessere equo e sostenibile (BES) che coinvolge Bologna insieme ad altre città italiane, cioè la possibilità di misurare il benessere degli individui e delle comunità. E’ un tema che da tempo ha suscitato discussioni, fino a pochi anni fa limitate in ambito accademico; recentemente però comincia ad essere affrontato da decisori politici a tutti i livelli. Per dirla in breve non solo misura il Pil come indicatore di crescita ma lo integra con indicatori ambientali e sociali. Il gruppo di indicatori è stato messo a punto da una commissione formata da Stiglitz, Sen e Fituossi , perché se si sa cosa si misura, si sa cosa si deve fare.
Si tratta di avere informazioni ambientali e sociali, su distribuzione di beni e diseguaglianze. Di elaborare una tabella di valutazione dello sviluppo sostenibile, di estendere i conti nazionali alle questioni ambientali e sociali-
Sono stati individuati a questo scopo una serie di indicatori:
Speranza di vita alla nascita, speranza di vita in buona salute
Speranza di vita senza limitazione alle attività quotidiane
Tasso di mortalità infantile
Tasso standardizzato di mortalità per incidenti, tumori o patologie del sistema nervoso, come la demenze
Sono inoltre valutati con apposite scale l’indice di stato psicologico e fisico
La diffusione di fumo e alcol, la sedentarietà, l’obesità e le abitudini alimentari.
L’adozione di un sistema simile potrebbe permettere una più efficace programmazione non solo in campo finanziario, ma anche in quello ambientale, di prevenzione sanitaria, di abitudini di vita. Chiaramente non lo si può pensare circoscritto ad una città, ma adottato a livello nazionale. D’altro canto le città potrebbero individuare un ulteriore set di indicatori locali, più vicini alla vita dei loro cittadini. Credo che Bologna per le sue tradizioni solidaristiche, culturali e la sua università sarebbe certamente pronta ad essere capofila.