30° Anniversario del Programma Erasmus, seduta del 10 luglio 2017
Delibere e odg collegato approvati in Consiglio comunale lunedì 3 luglio 2017
Approvata delibera per contributo straordinario. Seduta di lunedì 26 giugno 2017.
Delibere adottata dal Consiglio comunale, lunedì 19 giugno 2017.
approvata delibera di modifica
Seduta di Consiglio comunale del 5 giugno 2017
Seduta solenne del Consiglio comunale venerdì 16 maggio 2017
Illuminazione in blu e giallo del Palazzo del Podestà, Festa dell'Europa - 9 maggio 2017
Delibera approvata dal Consiglio comunale lunedì 8 maggio 2017.
Unanime adozione di odg dell'Ufficio di Presidenza in Consiglio comunale.
Minuto di silenzio del Consiglio comunale lunedì 10 aprile 2017
Unanime adozione ed immediata esecutività della delibera di Consiglio del 3 aprile 2017
Unanime approvazione in Consiglio comunale lunedì 3 aprile 2017
Ulteriori delibere approvate in Consiglio il 3 aprile 2017
Minuto di silenzio del Consiglio comunale
Delibere approvate lunedì 27 marzo 2017.
Seduta solenne del Consiglio comunale il 24 marzo 2017.
La consigliera comunale Roberta Li Calzi è intervenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale, lunedì 3 aprile 2017, con il seguente intervento.
In allegato è inoltre consultabile il comunicato stampa.
Dopo aver letto i giornali di questi giorni, ho deciso di confrontarmi in merito alla vicenda con Majda El Mahi, Rappresentante italiana Girls20, Rassmea Salah, Comunità Islamica di Bologna, e Barbara Chiari di Enea Progetti Migranti, raccogliendo i loro punti di vista.
La comunità islamica si è trovata a vivere un misto di disagio e confusione, perché, a detta di molti suoi rappresentanti, quello che è successo non ha niente di "religioso": esiste infatti un verso nel Corano che recita esplicitamente "non vi è costrizione nella religione", quindi ogni azione che costringe qualcuno a fare qualcosa deve considerarsi un'azione invalida.
Non si comprende pertanto come un'azione illecita e disumana, come rasare i capelli di una giovane ragazza, possa essere giustificata dal voler far applicare contro voglia un precetto islamico. Il hijab o velo islamico è una scelta, un gesto che una persona credente deve decidere di fare secondo la propria volontà, non per il marito, per il padre, per la famiglia o per chiunque altro. È apparentemente un semplice oggetto che assume per la persona che lo indossa un valore importante ed entra a far parte della sua identità. Un'identità, tuttavia, che non può essere imposta, per cui, se effettivamente i genitori hanno reagito in quel modo (non conosco la famiglia, se non per quello che abbiamo letto tutti sui giornali), è un modo assolutamente sbagliato.
La vicenda ha dei risvolti umani e personali, per questo è opportuno riuscire a dare risposte adeguate.
Occorre dare supporto e proteggere una ragazza nell’età in cui insieme a tante sue coetanee affronta il difficile tema della ricerca di un’identità, tema che per lei è più complesso avendo radici tra due mondi, un’identità che si deve affermare e si deve misurare in contesti che propongono modelli diversi come quello familiare e quello amicale/scolastico.
Si devono dare risposte anche alla famiglia, che non si fa fatica ad immaginare stia vivendo, in tutti i suoi componenti, una situazione di profonda crisi.
Esistono poi dei risvolti, non meno importanti, che hanno una dimensione politica e sociale: questa vicenda parla di donne, di islam e di stranieri, temi tra i più sensibili e attuali dei nostri tempi.
Dobbiamo allora soffermarci sulla situazione delle donne straniere: tra queste, le donne del Bangladesh hanno il tasso di inattività tra i più alti: l'82% (dati istat 2015) sono donne che non cercano lavoro e per le quali le occasioni, non solo di emancipazione economica, ma anche di integrazione, sono di fatto azzerate, se si considera che questo spesso si accompagna ad una scarsa o nulla conoscenza dell’Italiano; il loro unico contesto sociale è dunque la famiglia.
Queste riflessioni potrebbero aiutarci ad uscire dal caso specifico e pensare a strumenti da attivarsi per favorire l’integrazione di queste donne, per avvicinarle alla comprensione di quello che è il contesto culturale e sociale dove vivono le loro figlie e i loro figli, che frequentano le scuole italiane e che speriamo saranno presto cittadini italiani. C’è tanto da fare per le donne straniere, per trovare i punti di contatto e di dialogo e gettare un ponte tra la loro e la nostra cultura.
Questa vicenda ci dice qualcosa sulle difficoltà che possono incontrare le convivenze e gli incontri di culture diverse e se vogliamo risolvere queste difficoltà dobbiamo partire dall'ascolto e dalla comprensione degli altri e insieme trovare una soluzione.
Bologna e la città metropolitana sono ufficialmente entrate per la prima volta nella RIDE, la Rete Italiana per il Dialogo Euromediterraneo. Un'organizzazione internazionale che crede nel dialogo interculturale ed interreligioso come strumento di scambio e di pace tra i popoli. Sono fortemente convinta che investire in questo dialogo, a partire dalle città, significhi investire a lungo termine nella pace, nell'integrazione e nella sicurezza. Bologna, per la sua storia, deve essere da esempio per consolidare buone pratiche.
Ringrazio quindi il Sindaco ed il nuovo Consigliere delegato all'Europa per il lavoro che stanno portando avanti.