30° Anniversario del Programma Erasmus, seduta del 10 luglio 2017
Delibere e odg collegato approvati in Consiglio comunale lunedì 3 luglio 2017
Approvata delibera per contributo straordinario. Seduta di lunedì 26 giugno 2017.
Delibere adottata dal Consiglio comunale, lunedì 19 giugno 2017.
approvata delibera di modifica
Seduta di Consiglio comunale del 5 giugno 2017
Seduta solenne del Consiglio comunale venerdì 16 maggio 2017
Illuminazione in blu e giallo del Palazzo del Podestà, Festa dell'Europa - 9 maggio 2017
Delibera approvata dal Consiglio comunale lunedì 8 maggio 2017.
Unanime adozione di odg dell'Ufficio di Presidenza in Consiglio comunale.
Minuto di silenzio del Consiglio comunale lunedì 10 aprile 2017
Unanime adozione ed immediata esecutività della delibera di Consiglio del 3 aprile 2017
Unanime approvazione in Consiglio comunale lunedì 3 aprile 2017
Ulteriori delibere approvate in Consiglio il 3 aprile 2017
Minuto di silenzio del Consiglio comunale
Delibere approvate lunedì 27 marzo 2017.
Seduta solenne del Consiglio comunale il 24 marzo 2017.
Consigliere Sergio Lo Giudice
Grazie Presidente. Il 29 maggio 1998, più di 10 anni fa, i giornali pubblicavano la notizia inaspettata della chiusura di una fabbrica del bolognese con licenziamento di 150 fra operai e impiegati. La fabbrica era stata fondata nel 1917 a Casalecchio dalla famiglia Goldoni, era diventata la sede italiana di una multinazionale del fatturato in crescita in tutto al mondo, un miliardo di pezzi prodotti ogni anno in India, 800 milioni negli Stati Uniti, 400 milioni in Spagna, solo 115 milioni in Italia in quell'anno. E sì che l'HATU, la più importante fabbrica di preservativi italiana, proprio in quegli anni si stava misurando con la massima allerta di diffondersi dell'aids che aveva prodotto anche nel nostro paese le prime diffusioni gratuite di preservativi da parte di alcune volenterose organizzazioni di volontariato come la ... o Arcigay. Ma a differenza di quanto stava accadendo negli altri paesi occidentali i governi dell'epoca non supportarono la promozione di questa misura profilattica, tanto che l'uso del condom, o Goldone dal nome di quei pionieri bolognesi, cominciò a scendere fino a raggiungere il picco negativo dei 100 milioni di pezzi venduti nel 2005.
Chi come me proprio in quegli anni si batteva per cercare di invertire quella tendenza a smettere l'uso di preservativi soprattutto da parte dei giovani e delle coppie eterosessuali, quante donne contagiate in quegli anni da mariti infedeli disposti a pagare un sovrapprezzo per evitare il pezzetto di gomma, sa che quel forte calo ha anche un corrispettivo nel rifiuto del Ministero della salute guidato da Girolamo Sirchia di distribuire preservativi e che si dovrà aspettare il nuovo Ministro Livia Turco per riprendere dopo cinque anni di buio la prima campagna antiaids che invitasse all'uso del preservativo. E non è un caso se tra il 2006 e il 2007 l'uso dei profilattici in Italia è risalito a livelli del 2001.
Ma dietro quella pesante responsabilità negativa del governo Berlusconi e del suo pessimo Ministro della salute c'era, c'è una cappa di resistenza e di vischiosità basata su motivi religiosi che cala ogni volta che le istituzioni si misurano con il tema della diffusione di preservativi come presidio sanitario assolutamente imprescindibile di qualsiasi forma di contrasto alla diffusione dell'Aids e delle altre malattie sessualmente trasmessibili, a partire dalla sifilide la cui diffusione in Italia è quintuplicata dal 2000 ad oggi soprattutto fra i più giovani, senza che le autorità sanitarie stanno investendo sulla prevenzione. Ma come è noto la massima diffusione di Aids riguarda il continente africano dove vivono 22 dei 33 milioni di persone affette dal virus dell'HIV. Di fronte a questa tragedia da anni i governi occidentali, pur se in maniera assolutamente insufficiente rispetto alle loro stesse promesse, stanno cercando di intervenire per aiutare a fermare questa piaga. Per questo motivo sono state ferme le reazioni dei leader europei alle parole di Joseph Ratzinger che proprio in Africa ha voluto affermare che l'Aids non si può superare con la distribuzione di preservativi che al contrario aumentano il problema.
Il Ministro Francese Kouchner ha affermato che le parole usate dal Pontefice mettono in pericolo le politiche antiaids. Il Presidente della Commissione europea Barroso ha riaffermato che l'Unione europea sostiene la diffusione e l'uso del preservativo per la lotta all'Aids. Il premier spagnolo Zapatero ha chiesto al Papa di rettificare le sue affermazioni in modo conforme all'evidenza scientifica ed ha annunciato l'invio di un milione di preservativi in Africa. Il Ministro della sanità del governo della popolare Angela Merkel in Germania ha definito irresponsabile pensare di limitare il contagio senza fare uso dei condom e ha ribadito che i preservativi hanno un ruolo decisivo nella lotta all'Aids.
Fin qui si potrebbe dire tutto secondo le regole, un leader religioso espone liberamente le sue idee e governi democratici ribadiscono la laicità e la scientificità delle loro scelte sanitarie. Il punto è che in questo quadro così rassicurante manca un tassello, e quel tassello si chiama Italia. Le dichiarazioni dei nostri esponenti di governo infatti hanno avuto un segno del tutto differente. "Non commento le parole del Papa", ha affermato il Ministro degli esteri Franco Frattini. "Ciascuno svolge la sua missione ed è coerente con il suo ruolo", ha fatto eco Silvio Berlusconi. Il Ministro della salute Maurizio Sacconi si è limitato a tacere, non una parola da parte di nessuno sulla necessità di continuare a promuovere l'uso del preservativo. "Ciascuno è coerente con il suo ruolo", ha detto il premier. Ma non sarebbe stato coerente con il ruolo di capo di un governo di una democrazia laica riaffermare di fronte alla notizia di apertura di tutti i TG l'impegno dell'Italia per la lotta all'Aids anche attraverso l'uso del preservativo?
Purtroppo fra lo sconcerto ormai sperimentato dei nostri partner europei l'Italia ha dimostrato ancora una volta di non essere capace, o peggio di non voler praticare quel principio di laicità che è uno dei fondamenti della nostra Costituzione.
Le colleghe e i colleghi non me ne vorranno se all'uscita da questa riunione come segno della necessità di superare la politica dei principi religiosi, e soprattutto come augurio di buona salute, distribuirò loro dei preservativi. Grazie Presidente.