30° Anniversario del Programma Erasmus, seduta del 10 luglio 2017
Delibere e odg collegato approvati in Consiglio comunale lunedì 3 luglio 2017
Approvata delibera per contributo straordinario. Seduta di lunedì 26 giugno 2017.
Delibere adottata dal Consiglio comunale, lunedì 19 giugno 2017.
approvata delibera di modifica
Seduta di Consiglio comunale del 5 giugno 2017
Seduta solenne del Consiglio comunale venerdì 16 maggio 2017
Illuminazione in blu e giallo del Palazzo del Podestà, Festa dell'Europa - 9 maggio 2017
Delibera approvata dal Consiglio comunale lunedì 8 maggio 2017.
Unanime adozione di odg dell'Ufficio di Presidenza in Consiglio comunale.
Minuto di silenzio del Consiglio comunale lunedì 10 aprile 2017
Unanime adozione ed immediata esecutività della delibera di Consiglio del 3 aprile 2017
Unanime approvazione in Consiglio comunale lunedì 3 aprile 2017
Ulteriori delibere approvate in Consiglio il 3 aprile 2017
Minuto di silenzio del Consiglio comunale
Delibere approvate lunedì 27 marzo 2017.
Seduta solenne del Consiglio comunale il 24 marzo 2017.
Consigliere Giovanni Maria Mazzanti
Grazie, Presidente. Una comunità è tale se sa trasmettere conoscenza. Una comunità è viva se sa prendersi cura delle giovani generazioni. La scuola è l'istituzione centrale di questo processo di sviluppo e di propensione al futuro. Il Governo sembra voler arrestare questo processo. Con il decreto 137 /2008, il Governo tenta chiaramente di riportare indietro la scuola elementare del nostro paese e, a partire da essa, tutto il sistema educativo dall'asilo nido fino all'università. Attualmente invece la scuola primaria italiana, pur con i suoi margini di miglioramento, rappresenta una delle nostre eccellenze a livello internazionale. Si vuole ridurre qualità e quantità del servizio nella scuola primaria, tagliando le ore d'insegnamento fino a ventiquattro, eliminando di fatto sia l'attuale insegnamento a modulo, sia il cosiddetto tempo pieno. È una riduzione palese degli standard minimi dell'offerta. E' una corsa al ribasso nella qualità formativa pubblica. E' un ostacolo alla funzione di agente del cambiamento e di promozione sociale che la scuola pubblica rappresenta nel nostro paese e nella nostra comunità. A Bologna, come in molte altre parti d'Italia, si sta sviluppando un movimento spontaneo di opposizione a questa visione del Governo. Madri, padri, insegnanti, famiglie intere, cittadini si stanno così mobilitando per chiedere di migliorare la scuola e non peggiorarla, di riformarla investendo risorse e producendo pensiero, non tagliando personale e negando il dialogo. Genitori di tutte le sensibilità politiche si trovano accomunati da quest'obiettivo e si mobilitano perché colpiti nella loro esigenza di salvaguardare il presente e il futuro dei propri figli. Scorretto è l'atteggiamento di quei parlamentari del centro-destra che delegittimano queste mobilitazioni. Intuisco che in loro alberghi la necessità di difendere il "pensiero unico" del "Ministro unico". Comprendo il loro sentirsi orfani di un Parlamento che non è più luogo del dibattito per eccellenza e che li spinge allora ad alzare la voce in piazza. Ma bene invece farebbero ad ascoltare e adoperarsi perché i tagli di bilancio non partissero dai servizi per i bambini. Di quale futuro è capace un paese che per recuperare dei soldi li toglie ai nostri figli che sono figli di tutti perché rappresentano il futuro del paese intero? Per quale motivo dovremmo accettare che la scuola che offriamo ai nostri figli sia peggiore di quella che chi è venuto prima di noi ci ha consegnato? Mi auguro davvero che la mobilitazione forte nella nostra città si possa diffondere in maniera ancora più capillare, a partire da un'informazione reale di quali rischi corra il nostro paese se una Legge del genere venisse approvata dal Parlamento. Legge ancor più nefasta se si considera che verranno chiuse tutte le scuole con meno di 600 studenti. Sono a rischio di chiusura quindi centinaia di scuole, soprattutto nei piccoli centri, a partire dal nostro Appennino. Piccoli centri in cui la scuola rappresenta ormai l'ultimo ed unico luogo di incontro e socialità, realtà in cui solo la scuola rappresenta la presenza dello Stato. I costi dei tagli non possono ricadere sugli enti locali, l'offerta formativa della scuola primaria non può essere definita all'ombra delle mille torri o campanili d'Italia. La scuola è un bene comune, la scuola è un bene della nazione. Mi auguro che su questo la politica possa svolgere fino in fondo il suo compito, libera da strumentalizzazioni ma con la responsabilità di unire tutti quelli che hanno a cuore la scuola e il futuro del nostro paese. Su questo, sul futuro dei bambini che è già il nostro presente, la nostra comunità sappia mobilitarsi. Cogliere il valore del dialogo, ascoltare le preoccupazioni delle famiglie, chiedere agli esperti di pronunciarsi sui temi in questione, significa essere riformisti. Accogliere questo fermento è preservare la vita democratica della città, dove c'è sempre spazio per cambiare in meglio le cose. La nostra comunità anche così saprà ridare slancio alla scuola come luogo privilegiato a cui dare fiducia e da cui ricevere fiducia. Bologna sia quindi orgogliosa dei genitori e dei cittadini che vogliono potersi fidare della loro scuola, una scuola che sia per tutti. E che per tutti sia strumento di crescita, di opportunità e di cittadinanza piena. Grazie.