30° Anniversario del Programma Erasmus, seduta del 10 luglio 2017
Delibere e odg collegato approvati in Consiglio comunale lunedì 3 luglio 2017
Approvata delibera per contributo straordinario. Seduta di lunedì 26 giugno 2017.
Delibere adottata dal Consiglio comunale, lunedì 19 giugno 2017.
approvata delibera di modifica
Seduta di Consiglio comunale del 5 giugno 2017
Seduta solenne del Consiglio comunale venerdì 16 maggio 2017
Illuminazione in blu e giallo del Palazzo del Podestà, Festa dell'Europa - 9 maggio 2017
Delibera approvata dal Consiglio comunale lunedì 8 maggio 2017.
Unanime adozione di odg dell'Ufficio di Presidenza in Consiglio comunale.
Minuto di silenzio del Consiglio comunale lunedì 10 aprile 2017
Unanime adozione ed immediata esecutività della delibera di Consiglio del 3 aprile 2017
Unanime approvazione in Consiglio comunale lunedì 3 aprile 2017
Ulteriori delibere approvate in Consiglio il 3 aprile 2017
Minuto di silenzio del Consiglio comunale
Delibere approvate lunedì 27 marzo 2017.
Seduta solenne del Consiglio comunale il 24 marzo 2017.
Consigliere Antonio Mumolo
Grazie Presidente.
Avrete letto tutti in questi giorni della proposta, presentata al Senato da alcuni senatori della Lega, relativa alla registrazione presso un registro del Ministero degli Interni delle persone senza dimora, cioè degli ultimi degli ultimi, cioè delle persone che vivono in strada e che avrebbero e hanno diritto a una residenza.
Questa proposta prevede che le persone senza dimora non potranno prendere la residenza nel luogo in cui abitano, ma dovranno essere registrati (quasi fossero persone che delinquono), in un apposito registro presso il Ministero degli Interni a Roma.
Qualcuno ha anche ironizzato su questa proposta.
Sarebbe bello infatti che queste persone, finite in strada perché hanno perso il posto di lavoro e non riescono a trovarne un'altro, perché sono pensionati al minimo e hanno perso la casa e oggi si trovano in strada, perché sono imprenditori falliti e non hanno nessuno che li aiuti, o per tanti altri motivi, sarebbe molto bello che andassero tutti ad abitare in via del Viminale 1 presso la prestigiosa sede del Ministero degli Interni.
Purtroppo la questione è molto seria, e tra l'altro, Presidente, preannuncio di aver preparato un ordine del giorno di cui chiederò la votazione e l'approvazione oggi stesso.
La questione è molto seria perché la proposta della Lega prevede l'abolizione dei commi 3 e 4 dell'Art. 2 della legge del 1954 sulla residenza.
Cosa prevedono questi commi?
Questi commi prevedono che le persone senza dimora, come tutti gli altri cittadini di questo Stato, hanno diritto a prendere la residenza nel Comune dove hanno eletto il domicilio o in mancanza del Comune di nascita; per coloro che sono nati all'estero si considera comune di residenza quello della madre o del padre.
Il comma 1 della stessa legge stabilisce, e stabilisce ancora finché non viene approvata questa modifica, che c'è l'obbligo di ogni persona di richiedere la residenza nel luogo in cui abita.
Voi sapete tutti, perché ne abbiamo parlato molte volte in questo Consiglio e abbiamo fatto anche una Commissione sulla questione, cosa significa avere la residenza.
Avere la residenza in un luogo significa avere la possibilità di lavorare, perché senza residenza non si lavora; significa avere la possibilità di percepire una pensione, perché senza residenza non si può percepire una pensione; significa avere la possibilità di aprire una partiva Iva e magari di aprire una attività commerciale; significa avere la possibilità di essere curati, perché senza residenza non si ha nemmeno la possibilità di essere curati, si ha diritto solamente a prestazioni di pronto soccorso.
Ma tutto questo evidentemente agli estensori di questa proposta importa poco.
La proposta che cosa prevede?
Prevede che si cancellino questi commi dalla legge attualmente in vigore e quindi la persona senza dimora non avrebbe più il diritto a chiedere la residenza nel luogo in cui si trova ma dovrebbe chiederla, o meglio verrebbe iscritta d'ufficio, in questo registro che si trova presso il Ministero degli Interni. Il resto è difficilmente comprensibile, perché la stessa proposta dice che poi, entro 180 giorni, dovrà essere approvato un regolamento: e la residenza queste persone dove ce l'avranno? Ce l'avranno lì a Roma? Dove saranno iscritte per forza come se fossero colpevoli di qualcosa, perché ormai essere poveri è diventata una colpa evidentemente da espiare e non una situazione, uno status, una condizione in cui chiunque di noi si può trovare per le avversità della vita? Non si capisce se e dove queste persone prenderanno la residenza.
La prenderanno a Roma? E se hanno un problema pensionistico e abitano a Como? Lo risolvono a Roma? E se hanno un problema di lavoro perché magari hanno lavorato a Canicattì (e il loro giudice naturale dovrebbe essere il giudice del luogo in cui hanno lavorato e non sono stati retribuiti), lo risolvono a Roma?
Non si comprendere bene come andrà a finire, la situazione sembra molto confusa; chi ha esteso questa proposta evidentemente non ha considerato neanche le leggi e le norme costituzionali esistenti sul punto.
L'approvazione, come dicevo, e la successiva applicazione di questa modifica alla legge, non comporterebbe nessun beneficio per le persone senza dimora. Qui non si è neanche pensato di provare ad andare incontro a queste persone e magari legiferare facendo in modo che la loro condizione possa migliorare. Si pensa esattamente il contrario evidentemente.
Ripeto, questa modifica determinerebbe la perdita effettiva di tutti i diritti legati alla residenza. Non si è considerato che la proposta della Lega è in contrasto con l'Art. 43 del Codice Civile che fornisce la nozione giuridica di residenza e dice testualmente "La residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale"; quindi questa proposta violerebbe l'Art. 43 del Codice Civile, così come violerebbe tutta una serie di norme costituzionali. Visto che il mio tempo è scaduto mi riservo di elencare tutte le norme della carta costituzionale che vengono palesemente violate da questa norma.
Io ho preparato Presidente un ordine del giorno che porto in Presidenza. Ci tengo a dire che è un ordine del giorno che non prende posizioni politiche rispetto ai soggetti che hanno presentato le modifiche; è un ordine del giorno che spero venga approvato anche dalla minoranza; quando lo leggeranno vedranno che non c'è alcun tipo di intento polemico rispetto agli schieramenti politici e, anzi, è un ordine del giorno in cui si auspica, e spero che il Consiglio Comunale lo voti, che i parlamentari di ambedue gli schieramenti, anche in considerazione delle gravissime conseguenze che questa norma comporterebbe per le persone senza dimora, non approvino tali modifiche alla Legge del 1954 sulla residenza. Grazie Presidente.