
30° Anniversario del Programma Erasmus, seduta del 10 luglio 2017
Delibere e odg collegato approvati in Consiglio comunale lunedì 3 luglio 2017
Approvata delibera per contributo straordinario. Seduta di lunedì 26 giugno 2017.
Delibere adottata dal Consiglio comunale, lunedì 19 giugno 2017.
approvata delibera di modifica
Seduta di Consiglio comunale del 5 giugno 2017
Seduta solenne del Consiglio comunale venerdì 16 maggio 2017
Illuminazione in blu e giallo del Palazzo del Podestà, Festa dell'Europa - 9 maggio 2017
Delibera approvata dal Consiglio comunale lunedì 8 maggio 2017.
Unanime adozione di odg dell'Ufficio di Presidenza in Consiglio comunale.
Minuto di silenzio del Consiglio comunale lunedì 10 aprile 2017
Unanime adozione ed immediata esecutività della delibera di Consiglio del 3 aprile 2017
Unanime approvazione in Consiglio comunale lunedì 3 aprile 2017
Ulteriori delibere approvate in Consiglio il 3 aprile 2017
Minuto di silenzio del Consiglio comunale
Delibere approvate lunedì 27 marzo 2017.
Seduta solenne del Consiglio comunale il 24 marzo 2017.
Lunedì 16 gennaio 2017 il consigliere comunale Piergiorgio Licciardello è interventuto ad inizio seduta in Consiglio comunale sulla situazione dei senza fissa dimora.
Di seguito inoltre il comunicato stampa.
Intanto una premessa sulla difficoltà di fare un intervento che tratterà anche di politiche di genere, a valle di fatti di cronaca che, nei giorni scorsi, hanno visto gli ennesimi casi di femminicidio e di Violenza sulle donne.
Rimane forte il senso di vergogna che, come uomo, provo rispetto a questi fatti.
Ma, in ogni caso, è necessario onorare comunque il proprio ruolo di consigliere.
Le temperature rigide di questi giorni hanno portato all'ordine del giorno il problema delle persone senza fissa dimora.
I numeri, in particolare relativamente alla disponibilità di posti letto messi a disposizione per il piano freddo, dimostrano l'impegno crescente dell'amministrazione comunale bolognese, come testimoniato dai numeri in crescita dal punto di vista degli spazi disponibili.
L'analisi dei numeri ha evidenziato, però, un forte sbilanciamento della disponibilità dei posti letto verso una popolazione maschile, con valori dell'ordine del 90% a fronte del 10% per la popolazione femminile. Una sproporzione che appare essere in linea con la popolazione effettiva "della strada".
A chi vi parla sembra necessario un approfondimento per capire le ragioni di questo sbilanciamento, che non rispecchia la situazione demografica italiana.
Una prima spiegazione, assolutamente virtuosa, è da ricercarsi nella maggiore disponibilità di strutture di accoglienza, che intervengono sulla popolazione femminile in difficoltà prima che arrivi alla strada, ambiente certamente ostile e denso di rischi maggiori per le donne.
Una seconda possibile spiegazione è data dalla forte presenza di popolazione straniera, solitamente sbilanciata verso una popolazione maschile.
In realtà uno studio pubblicato a fine 2015 e promosso dall'Istat, Ministero lavoro e politiche sociali, Caritas e Federazione Italiana organismi per le persone senza fissa dimora, evidenzia come la distribuzione di genere appare sostanzialmente identica tra italiani e stranieri, mentre la differenziazione sia più sulla fascia d'età, più giovani gli stranieri, più anziani gli italiani.
Da dove deriva quindi questo forte squilibrio?
Il medesimo report una parziale risposta sembra darla.
Se andiamo a vedere i fattori che portano alla condizione di senza fissa dimora si nota come quasi il 16% dei senza dimora arriva alla strada per la separazione dal coniuge (+4% rispetto al 2011) mentre il 31,2% (+4%) vi arriva per la coincidenza di separazione e perdita del lavoro. (La sola perdita del lavoro è all'11% in calo di quasi il 3%)
Quindi quasi il 50% delle situazioni di strada ha come causa prima o concausa la rottura del rapporto famigliare.
Non è questa la sede per approfondire ma questo dato pone in evidenza, una volta di più, il valore di coesione sociale della famiglia. Valore che la politica, spesso in questi anni, ha teso a disconoscere tendendo ad individuare la famiglia come sistema di vincoli e a precarizzare i rapporti, tra l'altro in un'epoca in cui alcune categorie di cittadine e cittadini hanno dovuto attendere il secondo decennio del terzo millennio per vedersi riconoscere giuridicamente i propri rapporti sentimentali.
Appare anche in tutta la sua forza la correlazione tra impegno lavorativo e famiglia. Anche qui dovremmo cercare una società che sappia conciliare l'impegno lavorativo e politico con la cura degli affetti e della famiglia. Troppo spesso si sente, invece, nobilitare il sacrificio degli affetti al lavoro o all'impegno politico o, peggio, si critica chi invece questo sacrificio non si sente di viverlo come fatto necessario.
Ma torniamo al tema.
I numeri creano il legittimo sospetto che ci sia qualche fenomeno che, al momento, non pare essere gestito.
Devo dare atto in questa sede, ad alcuni colleghi di minoranza, di aver posto questo tema, da me in primis considerato "di nicchia" o secondario.
Sento però, a questo punto e di fronte ai numeri, l'esigenza, e in questo ho la condivisione da parte della collega Manca, presidente della V commissione, di approfondire il tema.
Aver chiarezza sulla dimensione del fenomeno potrà essere la base per vedere se ci siano elementi per intervenire con politiche innovative.
Bologna è in linea col resto del paese, non c'è quindi un "problema Bologna", ma ancora una volta potremmo essere all'avanguardia, in Italia, nelle politiche sociali.