30° Anniversario del Programma Erasmus, seduta del 10 luglio 2017
Delibere e odg collegato approvati in Consiglio comunale lunedì 3 luglio 2017
Approvata delibera per contributo straordinario. Seduta di lunedì 26 giugno 2017.
Delibere adottata dal Consiglio comunale, lunedì 19 giugno 2017.
approvata delibera di modifica
Seduta di Consiglio comunale del 5 giugno 2017
Seduta solenne del Consiglio comunale venerdì 16 maggio 2017
Illuminazione in blu e giallo del Palazzo del Podestà, Festa dell'Europa - 9 maggio 2017
Delibera approvata dal Consiglio comunale lunedì 8 maggio 2017.
Unanime adozione di odg dell'Ufficio di Presidenza in Consiglio comunale.
Minuto di silenzio del Consiglio comunale lunedì 10 aprile 2017
Unanime adozione ed immediata esecutività della delibera di Consiglio del 3 aprile 2017
Unanime approvazione in Consiglio comunale lunedì 3 aprile 2017
Ulteriori delibere approvate in Consiglio il 3 aprile 2017
Minuto di silenzio del Consiglio comunale
Delibere approvate lunedì 27 marzo 2017.
Seduta solenne del Consiglio comunale il 24 marzo 2017.
Udienza conoscitiva
Economia bolognese, andamento dei settori e focus sul lavoroUdienza conoscitiva promossa da Rossella Lama
Fondo anti-crisi del Comune: 4,5 milioni di euro a sostegno di famiglie e lavoro Fondi residui dei consiglieri per il welfare cittadinoCritelli sui fondi residui dei consiglieri da destinare alle situazioni di crisi
Comparto ex Mercato, in crisi aziende e lavoriUdienza conoscitiva
Le politiche sociali e sociosanitarie di un comuneCorrado Melega interviene alla discussione sul Bilancio 2014
Di seguito l'intervento di inizio seduta del consigliere Corrado Melega sugli effetti diretti ed indiretti della crisi relativamente al calo demografico:
Grazie, Presidente. Ho voluto intervenire su questo argomento che a mio parere è piuttosto grave per il futuro della nazione e che secondo me è stato in qualche modo sottovalutato perché nel 2013 sono stati registrati all'anagrafe 515.000 neonati e rispetto al 1964, cosiddetto "anno del baby-boom", con 1.035.000 neonati, abbiamo dimezzato le nascite. C'era stata una breve ripresa nel 1995, soprattutto dovuta ai figli dei cittadini stranieri ma anche alle famiglie italiane che avevano ripreso a fare figli, tant’è vero che la percentuale di figli per donna era arrivata a circa 1,50, e poi dal 2010 in poi è ricominciata a calare, adesso siamo a 1,30 e abbiamo raggiunto il punto più basso. In questa regione l’andamento è uguale, siamo passati dall’inizio della crisi da 41.752 nati a 37.323 del 2013, in città siamo passati da 7.415 nuovi nati nel 2009 a 6.800 nel 2013 con una sostanziale tenuta dell’ospedale Maggiore mentre sono calati i numeri di Sant’Orsola, Bentivoglio e Porretta. Ricordo che il Sant’Orsola ha anche un’attrattiva importante extraregionale che evidentemente sta calando. Anche il contributo alla natalità dei cittadini stranieri è andato scemando; oltretutto a causa della mancanza di lavoro se ne sono andati dall’Italia nel 2012 38 mila stranieri residenti e che già lavoravano, per cui l’Italia sta smettendo di diventare un’attrazione e rischia di diventare solo un approdo per disperati.
C’è un numero che si aggiunge a quelli che caratterizzano già la crisi economica, che pare non finire mai: 6 milioni di disoccupati, 1 milione di bambini e le loro famiglie sotto la soglia della povertà, giovani laureati che se ne vanno a cercare lavoro all’estero, l’alto livello di precarietà. Poi abbiamo dei dati positivi, come uno dei più alti tassi di alfabetizzazione del mondo e l’aumento della speranza di vita media. Ma il rischio è che questi due dati finiscano nel mare magnum della negatività.
Fare un figlio è quindi diventata una sfida e anche chi riesce a diventare genitore lo fa tardi (per le donne intorno ai 32 anni) e il bilancio demografico è in negativo, perché occorrerebbero due figli per portarlo in positivo, come succede per esempio dai nostri cugini francesi. Io non sono convinto, come spesso viene detto, che sia importante nella denatalità quello che viene chiamato il declino della famiglia tradizionale o l’ipotizzata tendenza culturale a fare pochi figli in omaggio a una filosofia edonistica che ha preso il sopravvento negli ultimi anni. Oggi non c’è solo la famiglia tradizionale ma ci sono anche le famiglie allargate, ricostituite, le famiglie monogenitoriali, che, ricordo, sono arrivate quasi al 16 per cento. Per quella che può essere la mia esperienza personale e culturale, ma anche con la letteratura che mi è capitato di leggere - segnalo un bellissimo libro sulle famiglie di Chiara Saraceno - non mi pare che ci sia stata la diminuzione del desiderio di genitorialità, sempre intesa in diversi modi. Credo che invece la crisi abbia contribuito al fenomeno direttamente ma anche indirettamente mettendo in luce l’insufficienza strutturale dei servizi dedicati alle donne; poca attenzione alla cura della neomamma, poca protezione del suo stato occupazionale, scarsità di strutture di prevenzione come i consultori. In Emilia-Romagna i consultori sono 191, affiancati da 37 spazi giovani e 18 spazi per le donne immigrate, però nel corso del tempo hanno perso la loro parola d’ordine, che era quella di accoglienza, di ascolto, di consulenza, di assistenza e si sono trasformate, forse per bisogno e per insufficienza delle altre strutture, in semplici erogatori di prestazioni specialistiche. Nel resto del Paese i consultori sono disposti a macchia di leopardo, quasi mai funzionanti, con poco personale e poco efficaci. Credo che per evitare che l’aumento della vita media, di per sé dato positivo, diventi invece negativo per il bilancio sociale ed economico di una nazione sia necessario mettere mano a misure che incoraggiano la natalità potenziando i consultori in modo che riacquistino le loro primarie caratteristiche, come dicevo prima, organizzando corsi di formazione, offrendo alle madri sostegno economico e organizzativo. Qualche giorno fa una collega in Commissione auspicava che i denari presi in maniera diversa dal solito dal Comune potessero essere impiegati per l’educazione dei bambini ma io retrocederei un po’ e li impiegherei per aiutare le madri. Grazie.